Lavoro e inclusione, al Garnì di Canazei un progetto che alimenta la socializzazione dei più fragili
Protagonisti a Villa Mozart i ragazzi seguiti dalla cooperativa Oltre: «Vogliamo offrire loro la possibilità di sperimentare un ambiente diverso rispetto ai laboratori di restauro, falegnameria e del negozio, in un ambito come quello turistico»
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CANAZEI. I primi laboratori creativi per bambini e ragazzi proposti dalla cooperativa Oltre al Garnì Villa Mozart di Canazei sono iniziati in febbraio e andranno avanti fino alla fine di maggio. In giugno, poi, prenderà il via anche il progetto di inclusione lavorativa, che vedrà persone "fragili" cimentarsi nella preparazione della colazione degli ospiti della struttura ricettiva in Stréda Roma, sede del progetto Trame.
Si tratta di un'iniziativa della durata di 3 anni, finanziata la scorsa primavera da un bando di Fondazione Caritro, Fondazione Demarchi, Consiglio autonomie locali e Provincia di Trento, che fa del turismo responsabile e della socializzazione i suoi punti di forza. «Facciamo due laboratori al mese, saranno otto in tutto - spiega Laura Bonomi, direttrice della Cooperativa Oltre - Questi riguardano la parte sociale del progetto, sono rivolti a tutti i bambini, anche con l'obiettivo di dare del "sollievo" alle famiglie, ma sempre con lo spirito dell'inclusività e con un valore educativo. Adesso, con giugno, vogliamo partire con la preparazione delle colazioni».
Protagonisti saranno i ragazzi seguiti dalla cooperativa Oltre, ai quali si vuole offrire l'opportunità di entrare nel mondo del lavoro. E di farlo partendo proprio da un settore che, in val di Fassa, rappresenta certamente un punto di forza, come quello della ricettività. «Vogliamo offrire loro la possibilità di sperimentare un ambiente diverso rispetto ai laboratori di restauro, falegnameria e del negozio, in un ambito come quello turistico». In questo momento si stanno definendo i dettagli organizzativi e individuando anche le persone da impiegare in questo lavoro.
«L'idea è quella di tenere il posto aperto il più possibile, soprattutto in luglio e agosto. Dunque offrire non solo le colazioni, ma avere anche un bar bianco. Vorremmo aprire alle 7 di mattina, visto che dalle 7.30 arriveranno gli ospiti del garnì. Ma vorremmo che fosse aperto anche per gli ospiti esterni, fino alle 18». L'idea, come spiega Bonomi, è di un luogo aperto alla comunità e alle associazioni. Il progetto prevede anche l'avvio di una terza fase, con la realizzazione di spazi che possano offrire servizi rivolti a persone fragili o con disabilità (fassani e turisti): uno parte del garnì potrà infatti accogliere terapeuti e psicologi.
Proprio per dare corso a questa proposta i titolari della struttura - la famiglia Dantone - hanno presentato in Comune la richiesta per lavori di ristrutturazione della struttura con cambio di destinazione d'uso. Richiesta che nei giorni scorsi ha incassato il via libera del consiglio comunale di Canazei. Il progetto, come si legge, prevede il cambio di destinazione d'uso «della porzione ovest dell'edificio dove attualmente è presente l'alloggio del gestore per la creazione di uffici/studi professionali che offriranno servizi destinati a persone con disabilità».
La nuova area avrà un nuovo ingresso autonomo che la dividerà dall'attività ricettiva e sarà quindi completamente svincolata da essa. Per la realizzazione dell'alloggio del gestore e di una camera per il personale «è prevista la sopraelevazione della copertura esistente con completa rivisitazione dell'assetto distributivo del terzo piano e realizzazione di un piano aggiuntivo nella metà ovest dell'edificio dove sarà situata la zona notte dell'alloggio del gestore».
Nel provvedimento il consiglio comunale, oltre a evidenziare il miglioramento dell'offerta turistica per chi arriva a Canazei e trova una struttura riqualificata, sottolinea anche la valenza sociale dell'iniziata: «Il programma fa parte del progetto "Trame" ovvero: Turismo inclusivo responsabile e servizi di Comunità accessibili attraverso un modello di empowerment sociale ed ha come obiettivo primario quello di offrire la possibilità di godere di una vacanza anche a quelle famiglie che, avendo tra i propri componenti persone con disabilità, molto spesso, vista la mancanza di servizi specifici, non possono permetterselo».