Nuovo ospedale di Cavalese: il Comune presenta il progetto "fai da te", sul sito attuale
Ideata dall’ingegner Pederiva e dall’ex dirigente forestale Mazzucchi, la proposta è sposata dal sindaco che la invia in Provincia: «In prossimità-continuità con quello esistente»
CAVALESE. C'è una proposta per la collocazione del nuovo ospedale di Fiemme, Fassa e Cembra. A metterla a punto nei mesi scorsi - a titolo di volontariato e spinti da passione civile -, l'ingegnere Alessandro Pederiva (Studio Spazio ambiente) e l'ex dirigente dell'Ufficio Foreste di Cavalese Marcello Mazzucchi; a farla propria, l'amministrazione comunale guidata dal sindaco Sergio Finato.SI è cercato così di dare corpo alle parole contenute nella delibera con cui la giunta provinciale, il 25 agosto 2023, dopo aver cassato il contestatissimo progetto Mak relativo all'area di Masi, ha rimesso alle amministrazioni di valle l'individuazione, in «un'area vasta» compresa tra Cavalese e Predazzo, dei terreni su cui costruire il polo sanitario.
Il 15 marzo, Finato ha inviato alla Provincia e alla Comunità territoriale la proposta che vede il nuovo ospedale collocato «in prossimità-continuità con quello esistente su un'area completamente compatibile dal punto di vista urbanistico - si legge nella sua nota -, idonea ad ospitare una struttura adeguata alle esigenze del territorio, posta in posizione soleggiata e panoramica, ideale per la cura della salute».
Scrivendo anche: «Il progetto consente di assicurare la totale continuità delle prestazioni medico-sanitarie durante l'esecuzione dei lavori; la interconnessione e la complementarietà fisica e funzionale tra l'attuale e la nuova struttura ospedaliera; costruire un nuovo ospedale senza sacrificare nuovo suolo, in coerenza con Pup e Prg, andando a occupare un'area già urbanizzata e un tratto di incolto».
Con in più - ha sottolineato - la possibilità di realizzare un idoneo numero di parcheggi e di migliorare sensibilmente la viabilità di accesso diretto alla struttura dalla strada di fondovalle, secondo il progetto di fattibilità della nuova bretella (da 15 milioni di euro) depositato l'anno scorso e su cui c'è già un accordo con la Provincia.
Dell'idea - inizialmente riservata - si è poi iniziato a parlare in tante sedi, istituzionali e associative. Arrivando fino a qui. Lo studio di fattibilità prevede - spiega l'ingegner Pederiva - l'utilizzo dell'area a valle degli attuali parcheggi ospedalieri: «Un versante acclive, di matrice un po' rocciosa, completamente assolato e con una bella esposizione paesaggistica. I terreni sono già destinati in parte a funzioni socio-sanitarie e non presentano rischi di tipo idrogeologico. In più, il 50% è di proprietà della Provincia mentre i proprietari dell'altra metà, informalmente interpellati da Mazzucchi, si sono detti disponibili in gran parte a cederli».Mazzucchi e Pederiva hanno anche, nel loro studio, voluto dare un'idea di cosa ci si potrebbe fare: «Non chiamatelo progetto, perché non lo è - mette le mani avanti l'ingegnere - ma su 10.000 mq di quei terreni (una parte, non tutta) abbiamo concepito la possibilità di un garage interrato da 100 posti su due piani, sopra il quale si potrebbero realizzare 5 livelli di blocco ospedaliero, per circa 7.000 mq di reparti. Un blocco che noi abbiamo immaginato collegato con l'attuale ospedale attraverso una passerella coperta tra il secondo piano del vecchio e il terzo del nuovo, lasciando la possibilità di passaggio sottostante a tutti i mezzi».
Costi ipotizzati? 40 milioni. Ma i vantaggi, di questa collocazione? «Si potrebbe mantenere una parte del vecchio ospedale a funzioni sanitarie e durante la costruzione non ci sarebbero interruzioni della sua operatività; o lo si potrebbe convertire a fine lavori a centro sociosanitario per gli anziani, che sono in aumento, dando spazio anche alle cure palliative. O, in alternativa, il sedime potrebbe essere usato per soddisfare esigenze di prima casa».
Sulla proposta si sta ragionando, a vari livelli, in attesa di possibili alternative in altre aree. L'unico vero dubbio riguarda il ftto che la Provincia aveva indicato ai Comuni di trovare un'area da almeno 30.000 mq: quella individuata a Cavalese è più piccola, ma appunto va considerato che forse così grande non serve, se vicino c'è il vecchio ospedale da riutilizzare.