Salute / Valli

Nuovo ospedale di Fiemme, alla fine la localizzazione che piace a tutti è... Cavalese

Dieci documenti di proposte nel dibattito pubblico ufficiale: alla fine il leghista Cavada rimane da solo a proporre un nuovo sito a Tesero su prati integri.

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di Giorgia Cardini

CAVALESE. Sta cominciando a produrre risultati il processo partecipativo per la collocazione e progettazione del nuovo ospedale di Fiemme-Fassa-Cembra: sul sito sono già 10 i documenti presentati da associazioni, ordini professionali, rappresentanti di enti, singoli professionisti o comuni cittadini, ma c'è tempo fino al 28 febbraio per proporre il proprio punto di vista sul tema.

Tra le prime indicazioni raccolte durante i sei incontri già fatti con gli stakeholders (traduzione: “portatori di interesse”) e illustrate agli amministratori locali martedì scorso c'è la forte richiesta di garantire la centralità della persona nell'organizzazione dei servizi sanitari: si propone quindi di collocare il nuovo ospedale in un'area facilmente raggiungibile, vicino a uno dei centri abitati più importanti, in modo da garantire un'equa raggiungibilità per tutti (sia utilizzatori, sia il personale che vi lavorerà).

L'ospedale dovrà poi essere integrato con le altre strutture sanitarie presenti sul territorio: per esempio, le future Case della salute di Sèn Jan e di Predazzo e le Rsa.

Ma molti di coloro che hanno presentato osservazioni scritte hanno indicato comunque l'area sotto l'attuale nosocomio come preferibile rispetto alle altre possibili: lo Scario della Magnifica Comunità Mauro Gilmozzi osserva ad esempio che questa localizzazione garantisce funzionalità e attrattività alla struttura sanitaria, collegamento con la rete di fornitori del centro sanitario, attività di supporto per visitatori e operatori, servizi collettivi, luoghi culturali e di formazione.

«Si tratta di fattori decisivi per attrarre personale qualificato e farlo risiedere stabilmente con la propria famiglia. La prospettiva di un ospedale integrato con la scuola di medicina delle Università di Trento e di Verona comporterà la presenza di allievi e specializzandi. Anche questo impegno sollecita la collocazione dell'ospedale entro un ambito urbano di qualità ed attrattivo».

Tra le altre ragioni che propendono per la scelta, c'è, anche la centralità del sito di Cavalese rispetto a forze come vigili del fuoco e carabinieri, e la facilità di collegamento con i mezzi pubblici, incluso il futuro Brt.

Italia Nostra propone qui un modello "verticale" di ospedale perché «elimina lunghi percorsi, facilita gli spostamenti tra un settore e l'altro, riduce i tempi di percorrenza, offre garanzie superiori in termini di efficienza operativa, di dialogo tra i diversi servizi sanitari ed è ottimale in termini di risparmio energetico e di gestione».

Coldiretti si spende per la difesa del suolo (troppi i 3,5-5 ettari di fabbisogno indicati negli incontri) e dice che bisognerà dare risposta alle 250 persone che si spostano ora fuori valle per la riabilitazione cardiologica e ortopedica.

L'ex direttore dell'Ufficio Foreste Bruno Crosignani e l'architetto Luca Donazzolo avvertono che va valutato il numero reale di codici arancioni e rossi quando si parla di distanze e tempi di percorrenza: i codici rossi vengono stabilizzati sul posto e poi trasferiti in ospedale via ambulanza o elicottero.

Da parte degli ordini dei Geologi e degli Agronomi c'è un richiamo forte alla salvaguardia delle zone prative in valle di Fiemme, in considerazione della «fortissima espansione negli ultimi decenni delle aree edificate e delle superfici a vario titolo impermeabili a scapito dei terreni prativi del fondovalle».

L'associazione La Voce delle Donne chiede infine che si tengano presenti le necessità delle lavoratrici (grande maggioranza negli ospedali) di essere vicine a servizi di conciliazione vita-lavoro come asili nido, scuole, eccetera, indicando quindi la necessità di una prossimità fisica e di integrazione con un centro urbano.

Tutto o quasi dice "Cavalese", insomma. Solo l'ex consigliere provinciale leghista Gianluca Cavada indica con precisione una localizzazione diversa da quella della zona ospedaliera attuale: è un'area a Milon/Porina (nel comune di Tesero) vicina alla strada di fondovalle, con una buona esposizione al sole e elevata rispetto all'alveo dell'Avisio. Ma si tratta di prati ora integri.

L’incontro della Provincia con gli amministratori

L'assessore all'urbanistica, energia e trasporti, Mattia Gottardi, il presidente della Comunità di Fiemme, Fabio Vanzetta, il procuratore generale della Val di Fassa, Giuseppe Detomas, il presidente della Val di Cembra, Simone Santuari e i sindaci delle valli interessate hanno incontrato martedì pomeriggio il team che sta portando avanti il processo partecipativo sul nuovo ospedale delle valli dell’Avisio. Obiettivo: fare il punto sugli aspetti più rilevanti emersi nel corso dei sei tavoli già tenuti negli ultimi due mesi con gli stakeholders, che hanno permesso di approfondire le questioni relative ai criteri più idonei per localizzare il nuovo nosocomio e ascoltare idee e priorità delle amministrazioni locali. Ora il processo si allarga con tre incontri aperti alla cittadinanza che si terranno a partire dalle 20.15 lunedì 10 febbraio al Palacongressi di Cavalese, martedì 11 al Teatro Comunale di Predazzo e mercoledì 12 alla sala Bavarese di Tesero.

A ogni incontro potranno partecipare un massimo di 100 persone, previa iscrizione sul sito del processo partecipativo.

«Questo processo - ha commentato durante l’incontro l’assessore Gottardi - sta permettendo un confronto aperto, trasparente e libero da condizionamenti su un tema che segnerà la storia di questi territori per i decenni a venire. Una volta tanto non si parte da una risposta precostituita». «La costruzione di un nuovo ospedale è una decisione cruciale per il futuro della nostra comunità - ha commentato il presidente della Comunità di Fiemme, Fabio Vanzetta -. È fondamentale che ogni cittadino sappia che può partecipare a questa scelta. Insieme, possiamo costruire un sistema sanitario più vicino alle necessità dei nostri concittadini e migliorare la qualità della vita di ognuno di noi».

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