Tione, spesa a punti

La «Robin Hood», associazione tionese che combatte lo spreco alimentare, pensa al supermercato a punti. Si tratta di un emporio dove acquistare i prodotti non con soldi, ma con i punti assegnati dal servizio di assistenti sociali e calcolati a seconda del bisogno della propria famiglia. Un posto dove acquistare il necessario anche per chi è in difficoltà, dove magari poter fare qualche ora di lavoro aiutando i volontari a recuperare gli alimenti in scadenza dai supermercati e scaricare quelli che arrivano dal Banco Alimentare, in cambio di punti-spesa.

«Se noi assegnamo ad ogni famiglia che è in difficoltà 3.000 punti, poniamo – argomenta Adriano Accili, fondatore e presidente della Robin Hood - significano 3.000 euro all’anno: sono 300mila euro che la Comunità dà ai cittadini, però a costo zero perchè lo fa dando dei punti non prendendo soldi dalle casse». E con quei punti, si fa la spesa nell’emporio di cibo donato e raccolto dai volontari. Non chiamatelo supermercato dei poveri: «l’idea è invece di dare dignità al chiedere una borsa della spesa nel bisogno – spiega Accili – inserendo l’emporio in un edificio che funzioni un po’ come una casa famiglia, un posto dove socializzare, fare qualche lavoretto, reinserirsi in una vita sociale che spesso non è più tale quando sopraggiungono problemi economici».

Non solo un emporio, quindi, ma un intero edificio nel quale oltre al negozio di alimentari ci siano anche sale dove incontrarsi, trovare un aiuto psicologico, magari un posto dove ricominciare attività sparite ma che ancora possono permettere di fare qualche profitto o di recuperare capacità  in grado di far risparmiare risorse. «Non ci sono sarti a Tione – racconta Accili – ma molte donne sanno cucire. Perchè non avere un pomeriggio a settimana dove mettono a frutto la loro abilità, per gli altri o insegnando alle più giovani e allo stesso tempo socializzando fra di loro. Magari può anche diventare una fonte di autofinanziamento, in punti guadagnati. E così con tante altre attività che si stanno perdendo ma di cui il sapere è ancora intatto. Si riuscirebbe anche a rispondere ad altri bisogni, oltre a quello alimentare, da un’attività lavorativa al recupero di oggetti usati».

I dati delle due distribuzioni settimanali di alimenti effettuate dalla Robin Hood testimoniano che la necessità è in aumento: 15 nuove famiglie si sono presentate a ritirare la propria borsa di alimentari nell’arco dell’ultimo mese nei due punti di distribuzione di Tione e Storo. Sono 190e famiglie iscritte a Robin Hood: a Tione si supera ormai la media di 50 famiglie a distribuzione, mentre a Storo sono circa 35 costanti. Alla Robin Hood, si arriva solo alla terza settimana: i 3mila chili di alimenti forniti dal Banco Alimentare non coprono il fabbisogno mensile giudicariese. «Il disagio - lancia l’allarme Accili - si sta allargando a macchia d’olio e ci sono anche famiglie locali che ci chiedono aiuto, erano il 30% nemmeno due anni fa, oggi sfiorano il 40%».

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