Cedis, l'utile è calato ma i conti migliorano
STORO - «Una volta», si rammarica ad un certo punto, ma in fondo capisci che è contento, il presidente Giorgio Rossi, «le assemblee erano calde, mentre oggi sono piatte». In effetti, ad assistere all’assemblea del Consorzio Elettrico di Storo, venerdì sera al centro polivalente di Darzo, ti accorgevi di quanto lontani siano i tempi in cui le invettive, le filippiche, le polemiche e il tifo da stadio la facevano da padroni.
Non sono passati molti anni, in realtà, ma l’eco si è persa dopo due anni in cui il commissario Maurizio Postal (con il supporto del suo vice Dario Ravagni) ha retto le sorti con guanti di velluto e mano ferma, ed altri due in cui il nuovo Consiglio di amministrazione sta continuando l’attività di riordino dei conti e risanamento dell’azienda.
E i risultati si vedono. Il patrimonio netto per la prima volta da anni supera l’indebitamento: passa infatti dai 12 milioni e mezzo del 2014 ai 13 milioni del 2015, mentre i debiti scendono dai 12 milioni e 800.000 a 12 milioni e mezzo.
E dire che il 2015, con quell’estate calda e asciutta, per i produttori di energia elettrica ha rappresentato un calvario. Se nel 2014 il CediS aveva prodotto oltre 28 milioni di chilowattora, nel 2015 è sceso a poco meno di 11 milioni e 800.000. Di conseguenza anche il fatturato cala: da 7,2 a meno di 6 milioni di euro. «Un po’ anche a causa del calo del prezzo dell’energia», spiega Rossi. L’utile percorre la stessa strada: da un milione e 400.000 a 602.000 euro. Anzi no: a 502.404 euro. Già, perché l’ottimismo per il buon andamento ha portato il Consiglio a proporre, e l’assemblea ad approvare, un nuovo regolamento dei ristorni, che porterà nell’ultima bolletta 2015 un ulteriore sconto di complessivi 100.000 euro.
Nel bilancio del CediS va considerato anche il settore telecomunicazioni (la fibra ottica, per capirci), croce e delizia dell’azienda. Si è trattato infatti di un investimento coraggioso sì, ma anche tanto pesante da rischiare, soprattutto all’inizio, di trascinare il CediS nello sprofondo. Oggi i dati migliorano, ma, come osserva Rossi, «ce ne vuole ancora per arrivare a pareggio». Per il resto, tutto come già annunciato alla recente conferenza stampa dal presidente: fra le cose fatte da segnalare la seconda linea in cavo per Ledro; fra le cose da fare la riscoperta della centrale sul rio Riccomassimo. Tutto approvato all’unanimità dai circa 700 soci presenti (se si escludono un astenuto e un contrario), comprese le modifiche statutarie, secondo le quali («tornando alle origini», come dice il presidente) d’ora in poi si diventerà soci del Consorzio solo se si avrà un’utenza elettrica.