Ponti agricoli, appalti i lavori di allargamento
Se ne parlava dalla precedente consiliatura.
Appaltato l’allargamento dei ponti agricoli (tema al quale in passato fu dedicata attenzione perfino da un carro di carnevale) nella campagna di Storo. A vincere è stata una ditta di Idro (valle Sabbia, provincia di Brescia): la Gasparini Davide, con un ribasso del 14,921% su una base d’asta di 152.000 euro.
L’importo complessivo è di 244..000 euro, di cui 152.504 per lavori soggetti a ribasso, 12.407 per oneri della sicurezza e 79.088 per somme a disposizione dell’Amministrazione. Dodici le ditte invitate e dieci le partecipanti: Gasparini Davide di Idro (la vincitrice, con il 14,921% di ribasso), seguita da Butterini Roberto e Olimpio di Condino (14,648), Edilcom di Zuclo (14,612), la condinese Vaglia Costruzioni (14,504).
A seguire, con ribassi più contenuti, Salvadori Costruzioni di Storo, Mosca Costruzioni di Bersone, Bazzoli Colombo di Roncone, Salvadori Felice di Storo, Lombardi Eugenio di Bagolino e la rendenese Gallazzini.Inutile dire che la vittoria ad una ditta di Idro riscopre braci mai coperte fin dall’inizio di questa consiliatura. «L’ufficio tecnico che oggi assegna i lavori a Gasparini è lo stesso che gli sta contestando i lavori mal eseguiti al tetto del municipio di Bondone» commenta Riccardo Giovanelli dell’opposizione.
Ma il nervo scoperto è sempre quello dell’assegnazione ad una ditta foresta.
E qui gli oppositori storesi mostrano un articolo datato, in cui Roberto De Laurentis (presidente degli artigiani) se la prendeva per il lavoro vinto da un’azienda veneta a Folgaria. «Certo, lì si parlava di due milioni, qui di appena 150.000 euro, ma il principio è lo stesso. L’impresa bresciana versa l’iva fuori dal Trentino. Allora il presidente dell’Associazione artigiani aveva dato degli irresponsabili agli amministratori comunali di Folgaria. Qui silenzio. Non sarà che adesso nella maggioranza comunale di Storo siede un amico di De Laurentis?». Ogni riferimento a Narciso Marini (responsabile artigiani) non è per nulla casuale.
Entrando nel merito, la minoranza da una parte è contenta, perché «finalmente viene appaltato un lavoro pensato da noi». Dall’altra «avremmo preferito e avevamo suggerito che venisse diviso in lotti, così da assegnarlo sotto i 50.000 euro a ditte locali. Vista la crisi dell’edilizia, avrebbero lavorato». Inutile dire che questa teoria fa a pugni con quella dell’Amministrazione, che ha scelto (nella logica della trasparenza) criteri precisi per assegnare gli appalti.
Quanto alla crisi, morde e si sa. Basti pensare che l’impresa Vaglia di Condino, azienda medio-piccola, ha dovuto andare in Germania per lavorare.
E si racconta di nubi fosche sul cielo di altre imprese locali.