Parco Adamello Brenta La lettera del presidente
Non si placano le polemiche sulla gestione del Parco Adamello Brenta. Così il presidente Joseph Masè ha scritto una lettera aperta, fatta di “ammissioni” di colpa ma anche di stoccate.
Ecco il testo integrale.
«Cari amici del Parco Adamello Brenta e del Trentino,
verso la fine di agosto, mentre mi trovavo all’estero con la mia famiglia, ho osservato con stupore dei post su Facebook e alcuni articoli pubblicati dalla stampa, che hanno portato discredito nei confronti del Parco e del Trentino.
Stemperati gli animi e rientrato in sede, ritengo ora doveroso un mio intervento chiarificatore per il ruolo istituzionale che rivesto ma, soprattutto, per il rispetto che i cittadini meritano.
Credo che il chiarimento vada fatto ripercorrendo, sia pur brevemente, i 20 mesi della mia presidenza.
Chi ha seguito le fasi antecedenti la mia elezione, sa che fu un periodo travagliato, caratterizzato dalla presenza di due schieramenti; da un lato coloro che avrebbero voluto una continuità con la precedente gestione dell’Ente e dall’altro chi auspicava un profondo cambiamento.
In “sede elettorale” è prevalsa la linea di coloro che ritenevano che il Parco, per un nuovo modo di concepire la gestione degli Enti pubblici e per adeguarsi alle profonde trasformazioni socio-economiche degli ultimi anni, necessitasse di una attenta riforma interna.
Con questi presupposti e con questo difficile compito, ha avuto inizio la mia presidenza.
Non senza legittime contrarietà, se si considera che su 67 membri del Comitato di Gestione, 21 hanno votato contro la mia elezione.
Nonostante questo, mi sono preso l’impegno di “scalare la montagna” e per 6 mesi ho lavorato al fianco dell’allora Direttore, cercando, con gravi difficoltà oggettive, di avviare le riforme necessarie per rilanciare l’Ente e centrare gli obiettivi programmatici prefissi.
Dopo 6 mesi, ragionando sui fatti insieme alla Giunta Esecutiva, per dare slancio al processo di rinnovazione annunciato con il mio programma, ho maturato il convincimento che fosse necessario sostituire il Direttore, nel frattempo arrivato alla scadenza naturale del contratto.
Successivamente, malgrado lo sfortunato e rapido passaggio di un Direttore rivelatosi “sbagliato”, è stato fatto un notevole “lavoro di semina”, rispetto al quale il Parco ha ricevuto importanti attestazioni di stima e apprezzamento.
In molti hanno, infatti, percepito la qualità del nostro lavoro e ci guardano con fiducia e attenzione, senza la pretesa che i problemi vengano risolti in tempi eccessivamente brevi.
Altri hanno continuato la loro campagna politica, tanto lecita quanto potenzialmente lesiva per la tutela e l’economia del territorio.
È ovvio che accetto di buon grado ogni confronto e, entro una certa misura, anche attacchi alla mia persona, che fanno parte di un legittimo dibattito politico e stanno alla base dei processi democratici. Ma non posso, e non voglio, accettare con il capo chino attacchi strumentali all’Ente Parco e un “gioco al massacro” che, in estrema sintesi, porta a danneggiare una struttura provinciale che deve essere intesa come bene collettivo.
Lungo il percorso per certo sono stati fatti degli errori ma sempre in buona fede e di portata decisamente diversa da quanto insinuato da alcuni in questi giorni.
Tra questi, forse il più grave e del quale mi prendo piena responsabilità, c’è l’individuazione di un Direttore che nei fatti ha smentito sotto gli occhi di tutti le caratteristiche riportate nel curriculum e che non è stato in grado di reggere le pressioni dell’impegno assunto.
Ma la vita va avanti e la Giunta Esecutiva e il personale del Parco sono quotidianamente orientati al massimo sforzo nel prendersi cura del territorio, con impegno, onestà e assoluta trasparenza.
Giorno dopo giorno lavoriamo in una direzione comune che, ricordando gli inizi del mio mandato, ci è stata indicata dai cittadini delle nostre valli.
In questo cammino chi ci critica costruttivamente ci aiuta, chi ci infanga per frustrazioni personali o per meri fini politici gioca contro l’economia, il prestigio e la tutela del nostro territorio.
Il Parco Naturale Adamello Brenta vanta una storia importante e si regge su “alti” valori, maturati dalla comunità trentina, che lo hanno portato ad essere una delle aree protette più ammirate in Italia e in Europa. Tutto questo grazie anche ad un sistema complessivo capace di innovare, di coniugare ambiente e sviluppo, ponendosi all’avanguardia nella gestione dei parchi a livello internazionale. I riconoscimenti non sono certo mancati e questo può solo inorgoglirci!
Io ho accettato il compito di guidare l’Ente al di là delle polemiche faziose, di quelle montate ad arte o dettate da rancori indotti dal proprio fallimento personale.
È un compito che considero un impegno nei confronti sia dei cittadini che chiedono un Parco diverso e rinnovato, sia nei confronti di quelli che avrebbero preferito mantenere criteri e atteggiamenti in linea con gli anni passati.
Dati alla mano, in questi 20 mesi abbiamo fatto molte cose utili e, allo stesso tempo, abbiamo piantato i semi per l’evoluzione richiesta dal territorio il giorno della mia elezione.
Di questa semplice ma sostanziale affermazione, rendo puntualmente conto nelle sedi appropriate della Giunta Esecutiva e del Comitato di Gestione, e così continuerò a fare, con precisione e la massima serenità, senza cadere in una sterile discussione che trova agio soprattutto negli schiamazzi e nelle parole di dubbio gusto riportate in post e in alcuni articoli d’agosto…
Cordiali e sinceri saluti di fine estate».
Il Presidente del Parco Adamello Brenta
Avv. Joseph Masè