«Fai buon viaggio Kevin, la tua amicizia un dono»
«Fai buon viaggio». Questo il saluto con cui ieri, durante il funerale, gli amici hanno voluto dare l’addio a Kevin Beltrami, il giovane deceduto sabato in seguito ad una crisi respiratoria.
«Mai - hanno spiegato commossi gli amici - dimenticheremo la tua voglia di fare e le giornate e le serate passate in gruppo. Un gruppo che ora ha perso una persona speciale».
A stringersi attorno ai famigliari un’intera comunità unita nel dolore, nell’incredulità e nella difficoltà nell’accettare una scomparsa tanto inaspettata quanto dura. «La morte di Kevin - ha spiegato don Federico durante l’omelia - è qualcosa di terribile, ma i ricordi che ognuno porterà nel cuore ci faranno sentire che Kevin è ancora vicino perché ha vissuto una vita piena e preziosa ed ora per lui si accende la luce della vita eterna».
Un ragazzo di soli 27 anni con la forza di un leone, dall’animo buono e il sorriso contagioso. Caratteristiche che si sono poi aggiunte alle sue passioni. Dopo gli anni di studio all’istituto alberghiero di Tione, aveva infatti lavorato come pasticcere oltre che con l’Azione 19 e in una cooperativa sociale.
«Il tuo sorriso - hanno aggiunto gli amici - era contagioso. Tu eri il nostro amico speciale. Oggi siamo tristi, ma possiamo solo dire di essere stati fortunati a vivere e cresce con te».
Difficile, se non impossibile, cercare di condensare in una lettera tutti i loro ricordi: «sarebbe riduttivo e sciocco cercare di dire tutto in queste poche righe, ma per noi questa è un’occasione per dirti grazie. Grazie per gli abbracci, per le belle parole nei momenti difficili. Grazie per essere stato una amico sincero capace di affrontare tutto con un sorriso».
Una caratteristica quest’ultima che, forse più di tutte, mancherà a quelli che lo hanno conosciuto: «ti chiediamo un ultimo piacere: resta assieme a noi e, anche da lassù, facci trovare la forza di sorridere ancora».
Non da meno la sua rinomata disponibilità: «eri un amico dalla presenza semplice e discreta. Ti sei sempre messo a disposizione di tutti. Sempre pronto a dire “io ci sono”».
Un saluto che, come ha aggiunto don Federico, per molti aspetti si è avvicinato al grido «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» «Oggi - ha sottolineato il parroco - ci uniamo al grido di Gesù sulla croce. Il buio che scese su tutta la terra quel Venerdì Santo, quando Gesù spirò, è il buio che ora è sceso su di noi. Il buio del dolore e dello smarrimento. In questo momento in cui siamo qui a salutare Kevin siamo immersi in questo buio, ma possiamo essere convinti che ora sia nella luce, al fianco del padre»