L’ultimo doloroso saluto a Tommaso Bazzoli, il gigante buono che se ne è andato a soli 30 anni
«Tommaso – ha detto nell’omelia Don Daniele Armani - non era un buon uomo, ma un uomo buono. C’è una grande differenza. Giovanni Paolo II diceva di prendere la nostra vita e farne un capolavoro. Tommaso, nella sua vita terrena, ci è riuscito. Oggi soffriamo ma sappiamo che la vita di Tommaso è stato un dono per tutti noi».
LE FOTO La cerimonia funebre di Tommaso
SELLA GIUDICARIE. Il suono delle campane che pesano come macigni, occhi che tracimano lacrime e un’infinita tristezza. Un cielo limpido e il sole gelido.
Gelido come il cuore di parenti, familiari ed amici che da sabato mattina, momento in cui il sorriso di Tommaso Bazzoli si è spento per sempre, piangono un figlio, un fratello ed un amico. Mamma Catia, papà Rocco, le sorelle Marta e Maddalena, i nonni, i parenti e gli amici più stretti straziati dal dolore nella Chiesa di Santo Stefano di Roncone e centinaia di persone collegate da casa. In tantissimi, seppur virtualmente, hanno voluto salutare per l’ultima volta il trentenne prematuramente scomparso dopo aver combattuto contro un male incurabile.
Alle 14.30 di oggi, lunedì 22 marzo, ad accompagnare il feretro con sopra una maglia ed una sciarpa dell’Alta Giudicarie di cui era tifoso e il suo amato grembiule de “I Polenter”, il coro parrocchiale che introduce le esequie.
«Tommaso – ha detto nell’omelia Don Daniele Armani - non era un buon uomo, ma un uomo buono. C’è una grande differenza. Giovanni Paolo II diceva di prendere la nostra vita e farne un capolavoro. Tommaso, nella sua vita terrena, ci è riuscito. Oggi soffriamo ma sappiamo che la vita di Tommaso è stato un dono per tutti noi».
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