Viabilità / Il caso

Dal ponte nuovo non ci passano, ma i camionisti sul ponte vecchio vengono multati a raffica

Caffaro, la telenovela continua, e il 13 aprile è arrivata la Polizia Stradale che ha fatto un bottino di verbali per i mezzi sopra le 40 tonnellate (tutti i Tir): autotrasportatori e imprenditori furibondi

di Giuliano Beltrami

CAFFARO. Avvincente. Un cronista super partes potrebbe raccontare così la storia infinita del ponte di Caffaro. Chi la vive in prima persona non è così distaccato. «Avvincente un cavolo!», esclamava ieri un autotrasportatore del posto, che condiva l'esclamazione con epiteti non riferibili.

L'ultimo colpo di scena è di martedì 13 aprile, ma le radici erano state piantate il giorno prima, quando si è svolta l'ennesima (aggettivo non esagerato) riunione tecnica per capire come uscire dall'impasse che dura da quattro anni e che si arrovella attorno ad una serie di domande: si può aprire al traffico il ponte nuovo, realizzato nel 2017 e non ancora aperto? Quando e come aprirlo? Mentre si mette in sicurezza il ponte del 1906 è sufficiente il ponte nuovo a sopportare il transito? E che strada devono prendere gli automezzi pesanti, ammesso e non concesso che riescano ad entrare sul ponte nuovo? Serve o non serve un ponte Bailey?

Tante domande ed altrettanti dubbi. Riunione di lunedì 12 aprile: pare che il vicesindaco di Bagolino (di cui Ponte Caffaro è frazione) si sia lamentato. Esiste infatti un'ordinanza della Provincia di Brescia che stabilisce in 40 tonnellate la portata massima su quel manufatto di 27 metri di lunghezza che separa Trentino e Lombardia dai tempi degli Asburgo. Marzo 2020: la Provincia di Brescia scriveva: «In data 11/12/2019 il Dipartimento di ingegneria civile, architettura, territorio, ambiente, matematica dell'Università di Brescia ha trasmesso via e-mail la segnalazione acclarante una situazione di degrado diffuso del manufatto e l'esigenza, in via cautelativa, di imporre un limite di massa ai veicoli in transito sul ponte».

40 tonnellate, ossia 400 quintali. Da allora non è successo nulla, nel senso che gli autotreni hanno continuato a passare senza controlli. La lamentela del vicesindaco Eliseo Stagnoli deve essere giunta senza bisogno di piccioni viaggiatori alle orecchie della Polizia stradale di Salò, la quale, per evitare di essere tacciata di omissione d'atti d'ufficio, martedì si è piazzata sul ponte delle vergogne con il formulario delle multe in mano e ha cominciato a bastonare tutti gli autotreni che passavano. Fioccavano le multe come la neve a Natale sulle piste di Campiglio. «A me un verbale di 60 euro», ruggiva ieri un autotrasportatore che ha promesso di portare i suoi camion di là dal ponte, nel Bresciano. «Così evito di beccarmi le sanzioni».

Già. Ma le aziende industriali locali che dicono? Un imprenditore, con la faccia truce, esplode: «Sa cosa mi è stato detto dagli autotrasportatori? "D'ora in poi, finché la situazione non si risolve, o mi pagate voi le multe, o mi pagate i chilometri in più che devo fare per arrivare in pianura».

La pianura. Ecco due itinerari. Storo-Brescia: 60 chilometri. Storo-Brescia con passaggio da Trento: circa 200 chilometri. La distanza è più equilibrata partendo da Tione, ma comunque è sempre a sfavore di chi deve fare il giro da Trento.

Dire che l'umore è nero è usare termini cortesi. «C'è una unica soluzione», commenta il sindaco di Storo Nicola Zontini: «Aumentare la portata da 40 a 44 tonnellate». Di fronte alla battuta sull'atrazina degli anni '70, quando il ministro aumentò il livello per evitare di chiudere gli acquedotti della pianura, Zontini risponde sicuro: «Non è uno stratagemma, perché la miriade di rilievi sul ponte vecchio ha decretato che la portata può essere aumentata. In ogni caso, assodato che il ponte vecchio va messo in sicurezza, mettiamo una volta per tutte il ponte militare, come suggerito dalla Provincia di Trento, così in breve tempo si può sistemare tutto».

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