Viabilità / Il caso

Ponte Caffaro: Bagolino contraria al «terzo ponte», la telenovela continua

C’è un ponte antico, tutelato e cadente; poi c’è quello nuovo che non è mai stato aperto perché i Tir non ci passano. E su cosa fare, grande è la confusione

di Giuliano Beltrami

STORO. Sarà stata la pioggia che è caduta a catinelle o le nuove proposte dell'amministrazione comunale di Bagolino ad imbronciare le persone sedute nella sala comunale di Ponte Caffaro? Ci sono amministratori (vicesindaco di Storo Claudio Cortella, sindaco e vice di Bagolino, Gianzeno Marca ed Eliseo Stagnoli, presidente della Comunità montana Giovanmaria Flocchini), il nuovo responsabile dell'area tecnica di Bagolino (il rendenero Walter Ferrazza), e poi una pletora di dirigenti e tecnici provinciali trentini e bresciani, consulenti di varie istituzioni e, da remoto, tecnici della Regione Lombardia.

Tutti convocati dal Comune di Bagolino per discutere... indovinato: del ponte. Anzi, dei ponti. Esordio choc di Marca: «Siamo contrari ai tre ponti».

Choc si fa per dire: che Bagolino sia contrario al Bailey mentre si sistema il ponte storico è cosa nota e già scritta. Il fatto è che ormai le cose sono avanti, mentre Bagolino vorrebbe tornare indietro.

La vicenda è talmente nota... Ponte del 1906 sulla Statale del Caffaro: ammalorato. Che fare? Si inventa la rotatoria quadrata: meno di 20 metri a valle si costruisce un nuovo ponte. 2017: realizzato. Peccato che non funzioni: i camion non ci passano.

Domanda: non bastava allargare quello vecchio? No, perché quello non si tocca: è monumento storico.

Però bisogna renderlo transitabile: oggi non sopporta carichi superiori alle 40 tonnellate. Li sopporta, perché passano ogni giorno, ma ha la fortuna di essere corto (appena 27 metri) e stretto (passa un autotreno alla volta). Bisogna comunque sistemarlo.

Idea: un terzo ponte provvisorio piazzato fra i due ponti, mentre si sistema il vecchio.

A Bagolino non piace. Soprattutto non piace l'ipotesi di un Bailey largo 10 metri e mezzo a doppia corsia, perché significherebbe dichiarare l'inutilità del ponte nuovo.

Fra l'altro, cosa non irrilevante, spendere qualche milionata per costruire un ponte, mai aperto da 4 anni, vuol dire sollevare la curiosità della Corte dei conti.

Una cosa alla volta: oggi il Comune e la Pretti & Scalfi (l'impresa giudicariese che ha costruito il ponte) dovrebbero incontrarsi per capire come intervenire per consentire gli ingressi e le uscite degli autotreni (altra puntata garantita per gli affezionati del tema). «Noi - assicura il sindaco di Bagolino - vogliamo aprirlo entro 20 giorni».

Seconda mossa: «Smontiamo il ponte storico e al suo posto installiamo il ponte temporaneo. Quando il ponte storico sarà restaurato, in un cantiere, lo riposizioniamo al posto di quello temporaneo».

Durante i lavori la viabilità di Ponte Caffaro sarà rivista, utilizzando anche le strade interne. Viabilità provvisoriamente rivista anche nell'abitato di Lodrone, con qualche incertezza del Comune di Storo per le complicazioni prevedibili.

Fine della proposta e inizio delle perplessità. «Non è un'idea tardiva?», azzarda qualche interlocutore. «Idea non realizzabile - rintuzzano dalla Regione Lombardia, - perché la Soprintendenza di Brescia non permette di togliere il ponte storico». «Al recente incontro - replicano i bagossi - ci hanno dato a parole la disponibilità a farlo». «Già, a parole».In conclusione, che conclusione non è, il ponte storico dovrebbe essere restaurato sul posto. E dovrebbe essere allargato comprendendo i due camminatoi laterali. Ergo, diventerebbe a due corsie. Domanda delle domande: se si allarga il ponte vecchio di un metro e 80, a cosa è servito il ponte nuovo? Per dirla con Bob Dylan, risposta non c'è. 

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