Il banchetto comunale per il vescovo Tisi? Nulla di illecito, la ex giunta di Giustino assolta dalla Corte dei Conti
I giudici accolgono la tesi che si trattava di «occasione istituzionale», riconoscono «l’importanza dell’Arcivescovo» e comunque si trattava di una cifra (6 mila euro) «sobria e ragionevole»
GIUSTINO. La festa organizzata per il benvenuto dell'arcivescovo Lauro Tisi a Giustino, suo paese natale, non può essere considerata sperpero di denaro pubblico.
I giudici della Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti hanno assolto l'ex sindaco Joseph Masè e la sua giunta di allora (era il 2016), che erano stati citati in giudizio dalla procura della Corte dei Conti per un presunto danno erariale pari a 6.236 euro.
Nella sentenza, notificata ieri, viene evidenziato che, diversamente da quanto è stato contestato («festicciola slegata da qualsiasi finalità istituzionale» si legge nell'atto di citazione), non si è trattato di una festa popolare con la sola finalità di svago, ma di una «celebrazione», dell'investitura arcivescovile con la celebrazione della prima messa di monsignor Lauro Tisi nel paese natale.
A dimostrazione del senso della giornata, anche gli articoli dei giornali che in quei giorni parlarono di un evento di accoglienza che non riguardava solo la comunità di Giustino, ma di tutta la valle.
I giudici evidenziano l'importanza dell'Arcivescovo di Trento nella gerarchia ecclesiastica e l'eccezionalità dell'evento della sua prima funzione religiosa: elementi di oggettivo rilievo, a dimostrazione che non si è trattato di un mero festeggiamento, ma di un'occasione istituzionale per il riconoscimento fra il Comune e la Chiesa di valori sociali comuni.
Inoltre, la spesa del Comune per il banchetto non supera la soglia di ragionevolezza e sobrietà. «La sentenza - evidenzia l'avvocato Nicola Masè, legale dell'allora assessore ed oggi vice sindaco Sergio Masè - chiarisce nuovamente e sottolinea il carattere delle spese di rappresentanza, evidenziando l'eccezionalità dell'evento e rimarcando come queste spese abbiano avuto l'obiettivo di accrescere il prestigio dell'Ente verso l'esterno».