Giudicarie / La storia

«Noi vogliamo difendere le nostre case da un invasore, l'Ucraina è un Paese che vuole la libertà»

La testimonianza di Lyudmyla Kovalenko, insegnante di inglese alla scuola media di Tione: dieci anni fa è arrivata in Italia dal Donbass: «La guerra è cominciata già nel 2014. Io sono di Donetsk e ci sono stata fino all'età di ventidue anni. Non mi sono mai sentita russa, ma ucraina»

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di Giuliano Beltrami

TIONE. Lyudmyla Kovalenko ha quarant'anni (non si dovrebbe dire) e da dieci è in Italia: parla in italiano con una proprietà di linguaggio invidiabile ed insegna inglese alla scuola media di Tione.

Viene dal Donbass (la terra che il dittatore russo ritiene patria della grande Russia) e si sente ucraina, fortemente ed indiscutibilmente ucraina. «La guerra è cominciata già nel 2014», si rammarica, con la voce chiara.

«Io sono di Donetsk e ci sono stata fino a ventidue anni. Non mi sono mai sentita russa, ma ucraina. Per essere cittadino di un Paese devi conoscere la storia: devi studiare la cultura, la letteratura. Guardi, ho cominciato a studiare negli anni dell'Unione Sovietica, però mi sono sempre ritenuta ucraina. Parlavamo tutti russo, ma era un retaggio».

Però l'ucraino lo parlate... «Certo», risponde Lyudmyla.Domanda: il popolo ucraino è filorusso o ucraino? Non ha dubbi Lyudmyla: «Il popolo è ucraino. Il 2014 ha portato alla nascita del Paese ed alla riscoperta della lingua. Guardi che già prima, per dirne una, il doppiaggio dei film era in ucraino. Certo, gli anni Novanta hanno segnato il caos con il crollo dell'Unione Sovietica, però poi ci siamo ripresi e abbiamo lavorato per la ricostruzione della nostra identità, che era stata "uccisa" dal dominio dell'Unione Sovietica. Noi giovani, per scherzare, parlavamo in ucraino, anche se bisognava parlare russo».

Il dramma dei profughi ucraini in fuga dalle bombe

Mentre l'esercito russo continua ad avanzare bombardando le città dell'Ucraina, i profughi sono sempre più numerosi: bambini, le loro mamme, persone anziane senza più una casa cercano di trovare riparo nei bunker, nelle stazioni o varcano le frontiere dei paesi confinanti in cerca di aiuto e di un posto sicuro (foto Ansa/Epa/Afp)

D'accordo, ma come la vivete oggi? Parte dal 2014 Lyudmyla, da quando Putin decise che il Donbass doveva staccarsi dall'Ucraina. E non esita a chiamare dittatore l'inquilino del Cremlino.

«Calpesta il proprio popolo - esclama - in tutti i sensi. Mentre qua facevano la pubblicità delle patatine a Mosca pubblicizzavano i carri armati e i missili, il numero di aerei. Il popolo russo era già plasmato: non osa uscire per strada a protestare contro la guerra».

Passando dalla politica al personale, preoccupata per la situazione?

«I miei familiari hanno superato i sessant'anni ma vogliono combattere per il nostro Paese. Mio padre vuole andare a fare il partigiano. I miei erano contrari a tutta l'ideologia che si era instaurata lì, perché è stata creata una sorta di terrorismo ideologico, anzi, un terrorismo mentale che manipolava.

Il Donbass (la regione estrema, al confine fra l'Ucraina e la Russia, ndr) dopo il 2014 era riconosciuto solo dalla Russia. Quindi tutti i miei amici e i miei parenti se ne sono andati da Donetsk. Anche i miei genitori si sono trasferiti ad una trentina di chilometri dalla città, in campagna. Hanno abbandonato la casa, nella quale la mamma tornava due volte all'anno per vedere se stava in piedi l'appartamento dove sono cresciuta e che abbiamo dovuto abbandonare».

E oggi i carri armati russi sono entrati. Anzi, hanno scavalcato il Donbass per entrare direttamente in Ucraina. «Sa cosa mi impressiona? Che Putin ha dichiarato l'ingresso delle forze armate in Ucraina come l'esercito della pace. Peggio: dichiara di liberare l'Ucraina dal governo nazista, senza tener conto che il presidente è ebreo. Noi vogliamo difendere le nostre case da un invasore. Fra i miei amici ci sono intellettuali, magistrati, uomini di lettere. La nostra storia parla della sottomissione all'Austria-Ungheria, quando da noi c'erano i cosacchi del Dnepr. Poi è arrivata l'Unione Sovietica. Il nostro popolo è sempre stato un popolo libero. L'Ucraina - sostiene Lyudmyla - è stata plasmata all'interno dell'Unione Sovietica ed è stata schiacciata, sfruttata, usurpata. Quando è uscito il suo animo democratico ha deciso di reagire. E si sono uniti i due animi: l'est e l'ovest. È bene fare informazione su questo, perché la Russia fa disinformazione».

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