Invalidità del 40% per la caduta in moto, dopo sei anni arriva il risarcimento: assicurazione condannata
Sei anni di battaglie legali per arrivare alla sentenza che ha dato ragione a un 46enne delle Giudicarie rimasto gravemente ferito in un incidente stradale accaduto nel settembre 2016
TRENTO. Sei anni di battaglie legali per arrivare alla sentenza che ha dato ragione ad un 46enne delle Giudicarie rimasto gravemente ferito in un incidente stradale accaduto nel settembre 2016: la corte d'Appello di Trento nei giorni scorsi ha condannato un'assicurazione a pagare oltre 100 mila euro di indennizzo all'infortunato.
L'incidente accadde lungo al Gardesana, di notte. L'uomo stava viaggiando in sella alla sua moto quando perse il controllo del mezzo e finì prima contro il guardrail e poi contro la parete rocciosa che si trovava sul lato sinistro rispetto alla direzione di marcia. Riportò gravi lesioni su quasi tutto il corpo, in particolare al bacino e agli arti inferiori.
Il processo si era reso necessario dopo che l'assicurazione aveva negato il pagamento dell'indennità lamentando che, al momento della sottoscrizione del contratto assicurativo, l'uomo avesse omesso di dichiarare un infortunio avvenuto nel 2011 a un dito della mano.
Nel 2019 il tribunale di Rovereto, in primo grado, aveva rigettato la domanda presentata dal 46enne, a motivo appunto della sua omessa dichiarazione relativa al precedente infortunio patito ma, in secondo grado, la corte d'Appello di Trento ha condannato la compagnia al pagamento dell'indennizzo.
Nella ricostruzione di quanto accaduto è risultata fondamentale la perizia medico-legale disposta dal giudice per accertare l'entità delle lesioni subite e per stabilire se l'infortunio verificatosi nel 2011 potesse avere in qualche modo "concausato" il sinistro del 2016 (come riteneva l'assicurazione), ad esempio influendo negativamente sulla capacità di guida del soggetto.
«Il consulente tecnico nominato dalla Corte d'Appello - spiega Maurizio Cibien di Giesse Risarcimento Danni, che ha assistito il 46enne nel processo - ha accertato che l'uomo, a causa del sinistro, aveva riportato lesioni che gli hanno causato un'invalidità permanente compresa tra il 38 e il 40%.
Ma ha anche affermato che i lievissimi e, pertanto, irrilevanti postumi dell'infortunio subìto al dito cinque anni prima non hanno svolto alcun ruolo, né causale né concausale, sul sinistro del 2016». Per la corte di Appello, continua Cibien, «il danneggiato ha ritenuto, senza colpa, che l'infortunio subito al dito della mano sinistra, quantificato all'epoca con l'esigua invalidità del 3%, non fosse così importante da essere riportato nel questionario».
La compagnia è stata condannata ad indennizzare il 46enne per un totale di oltre 105mila euro, a pagare le spese legali e a rimborsare le spese per le consulenze tecniche per un totale di circa 30mila euro.