Il fiume Sarca sorvegliato speciale a Pinzolo: acqua tinta ancora di bruno
Secondo il primo cittadino, che ha riferito quanto verificato dalla Forestale: «Potrebbe trattarsi di una colorazione data da alghe che, a causa della scarsità di acqua e una temperatura non rigida, proliferano. Continuano però gli accertamenti per escludere cause umane»
VERIFICHE Nel Sarca i Pfas sono quasi a zero: attesa per i dati del Garda
IL CASO Maltempo, acque fognarie sversate nel lago di Caldonazzo
ZOOTECNIA Gli allevatori trentini: "Non abbiamo stabilimenti inquinanti"
PINZOLO. Quando la Sarca si tinge di bruno, i pensieri virano al nero e i telefoni iniziano a squillare. Così è successo nei giorni scorsi, quando alcuni cittadini di Pinzolo, più che impensieriti dal colore marrone delle acque del fiume, si sono rivolti al Comune e non solo, lanciando l'allarme e ipotizzando nuovi possibili sversamenti di liquami da stalle della zona o un problema riguardante la capacità di smaltimento dei depuratori della zona. Il tutto documentato da diverse foto.
«Sabato - spiega il sindaco Michele Cereghini - la Forestale ha effettuato un sopralluogo verificando che in effetti la colorazione non era normale. Ma dalle prime verifiche non pare che questa volta il problema sia da ricondurre a scarichi provenienti da stalle - come in passato - o da acque nere non filtrate. Potrebbe trattarsi di una colorazione data da alghe che, a causa della scarsità di acqua e una temperatura non rigida, proliferano. Ma gli agenti stanno continuando gli accertamenti lungo l'asta del fiume, per escludere cause umane».
Nei mesi scorsi, si era scritto di liquami provenienti da una stalla di Plaza e scesi fino alla Sarca nella zona di Sant'Antonio di Mavignola e poi di scarichi diretti (evidentemente non in regola) da attività esistenti all'interno di Madonna di Campiglio. Dove sicuramente un altro problema c'è, e non viene negato dal primo cittadino, relativamente alla capacità di carico del depuratore obsoleto e sottodimensionato: «Qui arriviamo ad avere punte di 50.000 abitanti, contro le poche centinaia delle stagioni morte».
Ma è un problema in via di soluzione - assicura il sindaco - in quanto si sta lavorando per portare le acque reflue di Campiglio fino a S. Antonio di Mavignola e da qui al depuratore di Giustino, prevedendone allo stesso tempo il potenziamento. Un'opera da parecchi milioni di euro, in corso di esecuzione: «Sono state posate le nuove tubature - spiega Cereghini - tra Campiglio e S. Antonio di Mavignola. Il depuratore di Giustino poi sarà potenziato. Penso che saremo pronti per avviare la nuova gestione entro il 2025. Dopo la messa a punto di queste opere, il depuratore di Campiglio sarà mantenuto solo per esigenze di compensazione nei momenti di maggior afflusso turistico e per portare gradualmente le acque nere fino a Giustino».