Usi Civici / La vicenda

Zangola e Zangolina, il progetto "sfortunato" che ci riprova con due ditte (dopo che due hanno lasciato)

L’Asuc di Fisto insiste per la valorizzazione a Campiglio, il costo è già salito da 5 a 9 milioni di euro, e forse – invece di hotel e ristorante - arriverà un apres-ski

di Giuliano Beltrami

FISTO. «Concessione, mediante finanza di progetto, della progettazione, riqualificazione e successiva gestione di strutture ricettive con vari servizi annessi denominate "Zangola" e "Zangolina" sulle p.ed. 666 e 664 in C.C. Pinzolo. Autorizzazione sostituzione dell'impresa costruttrice in seno alla società di progetto». Così recitava l'ordine del giorno dell'ultima seduta del Comitato di amministrazione dell'Asuc di Fisto. E fatta una mano di conti, viene da dire: siamo a tre. Anzi, ora si raddoppia.

Ma andiamo con ordine. Sono le imprese costruttrici che entrano a far parte dell'impresa 5 Club Mdc srl, la quale ha stipulato il contratto con l'Asuc sulla base della finanza di progetto per la riqualificazione e la gestione delle strutture nella piana di Nambino, sopra Madonna di Campiglio, dove dovrebbero sorgere albergo e ristorante nella Zangola e nella Zangolina.

Non si può dire che finora sia stato un progetto fortunato: infatti, come si diceva, siamo alla terza impresa costruttrice. In partenza c'era la bresciana Paterlini, che purtroppo ha avuto una disavventura economico-finanziaria e ha dovuto gettare la spugna. È stata sostituita da Intesa Costruzioni, che però si è defilata prima ancora di iniziare il lavoro. Ora si raddoppia, visto che per prendere il posto di Intesa si sono fatte avanti due note imprese della valle: Gallazzini Costruzioni srl di Porte di Rendena, «in qualità di soggetto costruttore, per una quota dello 0,3% del capitale di 5 Club Mdc srl», e Ille srl di Spiazzo, «in qualità di soggetto costruttore delle strutture in legno, per una quota dello 0,2% del capitale di 5 Club Mdc srl».

Abbiamo parlato di progetto sfortunato. In effetti, a fronte di un progetto di partenza che prevedeva la nascita di un albergo e di un ristorante con servizi annessi, oggi siamo fermi all'Après ski. Insomma, ad un bar e poco altro, come da delibera del Consiglio comunale di Pinzolo di variante al Piano regolatore generale. E ancora una volta il Comitato Asuc di Fisto ha preso una decisione senza l'unanimità, perché Mauro Villi (coerentemente con il suo pensiero degli ultimi cinque anni) ha votato contro la decisione.

Facendo un po' di storia, questa vicenda ha inizio il 25 ottobre del 2018, quando il Comitato ha incaricato l'architetto Massimiliano Zenari di Porte di Rendena per la progettazione preliminare dei lavori di riqualificazione della zona in località Nambino comprendente le aree Zangola e Zangolina, «al fine di perseguirne la migliore utilizzazione economica».

Lo studio di fattibilità parlava di lavori per un totale di 5 milioni e 40.752,45 euro, di cui 40.007,45 per oneri della sicurezza.

Un paio di mesi dopo, il 27 dicembre, il Comitato ha incaricato lo studio Bonomi e Cozzio di Pinzolo della redazione di uno studio di fattibilità economica finanziaria finalizzato a determinare il canone annuo che il concessionario del progetto di finanza dovrebbe corrispondere all'Asuc, valutato in 150.000 euro più Iva all'anno.

L'11 novembre 2019 è stata richiesta alla Provincia la sospensione del vincolo di uso civico. L'8 luglio 2020 è stata indetta la procedura aperta per la concessione mediante finanza di progetto.

Il 10 novembre 2021 è stato incaricato l'architetto Gino Pisoni di Trento di «svolgere le funzioni di consulente tecnico/urbanistico dell'Asuc».

Il 25 luglio del 2022 veniva affidata in via definitiva la progettazione e tutto il resto alla ditta 5 Club srl, che ha costituito la società di progetto 5 Club Mdc srl. Nel frattempo il costo dell'investimento era lievitato a 9 milioni e 454.967,72 euro, Iva esclusa. Ed erano lievitate pure le perplessità, se non proprio le critiche.

Sono buone testimoni le firme (più di metà capifamiglia) per un'assemblea per discutere dell'operazione. Ma il Comitato presieduto da Massimo Ferrazza ha tirato dritto con la motivazione: «Era nel nostro programma elettorale. Cosa c'è da discutere?».


 

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