La discoteca fracassona a Nambino: sulla neve la scritta "Vergogna", ma si va avanti
Fra autorizzazioni e tutele ambientali, tace l’Asuc e tace il Parco, e la gente dice: non cambierà nulla, in società ci sono i Lunelli e il signor Colmar
MADONNA DI CAMPIGLIO. Assordante. È tutto assordante nella vicenda Super G di Nambino: il rumore che è riuscito a far scappare le famiglie dei bambini oncologici in cerca di una pace impossibile al cospetto dell'après ski; il rumore in aumento determinato dalla cronaca e dalla politica. Ed è assordante anche il silenzio dell'Asuc di Fisto, proprietaria del terreno su cui sorge l'après ski: il telefono del presidente Massimo Ferrazza trilla desolatamente invano, mentre in paese aumenta chi si interroga. E nella notte, sulla neve, è comparsa la grande scritta «Vergogna», prontamente rimossa dagli addetti.
Proviamo a fare un po' d'ordine, partendo da un presupposto: siamo a Campiglio, mica a Brione (ci scusiamo per la citazione, ma crediamo di non far torto alle piccole comunità di montagna): qui tutto si ingrossa. Qui trovi l'avvocata modenese che ragiona attorno all'ipotesi (forse un po' tardiva) di ricorrere al Tar contro la deroga rilasciata dal Consiglio comunale di Pinzolo molti mesi fa per la realizzazione della struttura; e poi trovi chi ti fa notare (senza comparire, naturalmente, «la faccia mettila tu, giornalista! ») che «non succederà niente, perché ci sono gli intrecci di affari e famiglie: nella società c'è Matteo Lunelli, delle Cantine Ferrari, e c'è Mario Colombo della Colmar, sponsor della 3Tre».
Questo il contesto. Partiamo dall'inizio. La Vinca c'è? Questa domanda se la sono fatta subito gli addetti ai lavori. La Vinca è la Valutazione di incidenza, necessaria «per i progetti che ricadono nelle aree naturali protette di cui alla Rete Natura 2000 ovvero per quelli che ricadono all'esterno, ma che possano avere ugualmente effetti significativi su di esse». Tradotto: la Piana di Nambino è in area protetta?
Diciamo che dista circa duecento metri dal confine del Parco naturale Adamello Brenta ed è localizzata in una stretta conca che riflette sui dintorni suoni e luci. La piana di Nambino è una sorta di insenatura che si inserisce nell'area del Parco: a sud e a nord salgono i versanti popolati dalla fauna selvatica, fra cui gallo cedrone e gallo forcello. Per questi i problemi più grossi si porranno in primavera, stagione tanto delicata da far sospendere anche opere pubbliche (ponti, mulattiere) per non disturbare l'habitat.
Sono tutti motivi che chiamano in causa il Parco, il quale si è defilato, con la scusa che siamo fuori dall'area protetta.
A proposito della Valutazione di incidenza, meraviglia gli ambientalisti che nessuno abbia avuto da eccepire nella Conferenza dei servizi. La Vinca sostiene che suoni e fasci di luce saranno rivolti verso l'interno del perimetro dell'après ski, perciò non influiranno sull'atmosfera esterna. I fatti non dicono esattamente questo.
A completare l'opera (lo abbiamo detto, siamo a Campiglio) la vicenda è scivolata in politica. È dell'altro ieri un'interrogazione di Chiara Maule (Campobase). A colpire la consigliera sono anzitutto i bambini oncologici che hanno dovuto fuggire anzitempo perché disturbati dall'eccesso di rumore della musica techno. «Se certi imprenditori non sono all'altezza di avere questo sguardo lungimirante - punge Chiara Maule - la politica comunale e provinciale ha la grande responsabilità di governare per il bene del Trentino e per uno sviluppo che sia davvero sostenibile delle nostre valli. Nel caso di Nambino, evidentemente, c'è stata una 'svista' rispetto a quanto descritto nel programma di governo provinciale in merito di ambiente e crescita sostenibile. L'après ski a Nambino può essere un'opportunità per socializzare, ma senza compromettere l'ambiente circostante e disturbare residenti e quanti vengono in montagna per fare esperienza di montagna, quella vera, quella immersiva in un ambiente naturale incontaminato». A dire il vero questo luogo fu violentato già molti anni fa, ai tempi della Zangola. Chi sperava fosse tutto finito è rimasto deluso.