Lavis, passo indietro del Pd: Largher si ritira
Walter Largher ha ritirato la propria candidatura a sindaco. Una decisione sofferta, per il Pd, ma necessaria per favorire la ripresa della trattativa con il Patt, mirata a formare una coalizione di centrosinistra. Il Partito democratico lavisano auspica che il Patt prenda esempio da questo passo indietro di Largher e ritiri la candidatura di Andrea Brugnara.
Walter Largher ha ritirato la propria candidatura a sindaco. Una decisione sofferta, per il Pd, ma necessaria per favorire la ripresa della trattativa con il Patt, mirata a formare una coalizione di centrosinistra. Il Partito democratico lavisano auspica che il Patt prenda esempio da questo passo indietro di Largher e ritiri la candidatura di Andrea Brugnara.
«Siccome, da parte del segretario autonomista Franco Panizza - spiega Largher - c’è stato un avvicinamento e siccome credo esistano ancora i presupposti per far risorgere la coalizione del centrosinistra autonomista che ha governato il paese prima delle due legislature di centrodestra, sono convinto che il ritiro della mia candidatura possa facilitare la costruzione dell’ultimo pezzo di strada che manca per ricongiungerci con il Patt».
[[{"type":"media","view_mode":"media_preview","fid":"187406","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"180","style":"float: right;","width":"180"}}]]A Lavis, un’eventuale sfida tra lei e Brugnara veniva considerata come «la guerra delle Masere», poiché tutti sanno della sua ferma contrarietà al progetto di Area 51 srl (la società proprietaria dei terreni) fin dai tempi in cui il suo nome comparve tra i fondatori del comitato Lavis Partecipa.
«Sono invece convinto che la campagna elettorale non dovrà essere fatta sulle Masere. È uscito il mio nome come candidato sindaco anti-Masere, però, fin dai tempi del comitato Lavis Partecipa, ho sempre sostenuto che dobbiamo trovare soluzioni che possano andar bene anche ad Area 51, la società che ha affrontato un forte investimento in quella zona. Anche se ormai arriverà il commissario, l’unica soluzione che possa andar bene a tutti per il futuro di quella vasta superficie, non può che arrivare da un governo di centrosinistra. Ribadisco che le forze politiche del centrosinistra autonomista sanno amministrare bene e saranno in grado di trovare la giusta soluzione. Tra l’altro Lavis ha bisogno di una coalizione che sappia interfacciarsi con la giunta provinciale».
La sua idea sulle Masere? Quale alternativa alla proposta del centro polifunzionale portata in assemblea di Comunità da Andrea Brugnara?
«L’alternativa non esiste, se non la si costruisce come per tutti i grandi problemi urbanistici, che vanno dalla rivitalizzazione dei centri storici alla viabilità. Ma ripeto: è un tema che deve restare fuori dalla campagna elettorale».
Le dispiace aver rinunciato alla candidatura?
«Non più di tanto, poiché è stata una scelta frutto di un ragionamento fatto con il segretario del Pd, Luca Paolazzi. Per dar forza alla coalizione non ci vuole un candidato di bandiera, bensì un candidato che sia rappresentativo di tutto il centrosinistra. E mancherebbe poco per arrivare ad un accordo».
Tra due giorni l’assemblea dei tesserati al Patt dovrà decidere cosa fare e, a questo punto, potrebbe tornare in gioco il nome di
Claudio Marconi, se gli autonomisti lo accetteranno. La direzione, però, ci ha messo sopra una pietra e non ne vuole sapere. Tuttavia in queste ore, tra gli autonomisti si intrecciano commenti e pareri in vista dell’assemblea di dopodomani, perché far cadere la pregiudiziale sul sindaco e riaprire una trattativa con Pd, Upt e ViviLavis porterebbe sicuramente il centrosinistra ad una netta vittoria già al primo turno. Ma quale altro candidato potrebbe esserci oltre a Marconi?
È quanto si chiedono gli autonomisti di cui, una pur minima parte, apprezza questo chiaro segnale di apertura del Pd e la mano tesa da Largher.