Ex colonie Inps a Fai, "ecomostro" da abbattere
Delle colonie dell’Inps al passo Santel (accanto alla partenza della seggiovia) si era occupata un paio di settimane fa anche la trasmissione di Rai3 «Presa diretta». Quattro edifici abbandonati ormai da un decennio e che nella previsione urbanistica sono stati inseriti come «edifici incongrui», ossia i cosiddetti «ecomostri» da demolire.
Ieri abbiamo tentato invano di rintracciare nella sede romana dell’Inps la dottoressa Valeria Vittimberga, dirigente del «Presidio unificato per il coordinamento della gestione e valorizzazione delle strutture sociali»; è questo il dipartimento che gestisce le «case vacanze», ma forse, per Fai della Paganella, l’Inps deve ancora decidere cosa fare. «Per conto nostro - asserisce il sindaco Gabriele Tonidandel - se potessimo demolire quella bruttura e riportare il verde che c’era una volta, sarebbe la soluzione migliore». Il suo predecessore, Mauro Cipriano, ci racconta che a suo tempo aveva avuto a che fare con un funzionario dell’Inps: «Veniva da Roma appositamente per controllare le piante che abbiamo tagliato sulla loro proprietà per sistemare una strada forestale. E ha preteso, giustamente, il rimborso di esproprio del legname che noi abbiamo pagato. Mi viene da ridere se penso che l’Inps pretende i soldi per due tronchi di legno mentre non si cura di quel patrimonio immobiliare abbandonato, che si svaluta di anno in anno».
Il direttore della Paganella rifugi srl ci raccontava che la società era interessata all’acquisto delle cucine con attrezzature quasi nuove, ma non sapeva a chi rivolgersi. «In effetti - commenta il sindaco - in quelle colonie ci sono ancora attrezzature e arredi per i quali, attraverso la direzione Inps di Trento, avevamo espresso il nostro interesse per un’eventuale acquisizione». Costruiti sul finire degli anni Sessanta su una superficie di proprietà di sei ettari, i tre edifici e la palazzina servizi ospitavano un centinaio di bambini nei mesi estivi. Ma erano stati progettati in maniera del tutto inadeguata per la montagna; ampie camerate con soffitti altissimi, per cui si spendeva un capitale per il riscaldamento. Impossibile, quindi, abitarvi in inverno! Lo stato di degrado e abbandono della colonia è confermato dalla richiesta che Inps ha inviato qualche mese fa al Comune di Fai della Paganella per disdire l’allacciamento all’acquedotto. Ma Imu e tasse, vengono pagate regolarmente? «Essendo un ente che dipende direttamente dal governo - risponde il sindaco Tonidandel - l’Inps è esente da imposte».
Se l’Inps mettesse in vendita questo compendio immobiliare, il Comune di Fai sarebbe interessato ad acquistarlo? «No. Per farne cosa? E poi, con i tempi che corrono gli enti pubblici, di soldi a disposizione, ne hanno ben pochi. Magari ci fosse un privato che abbia voglia di investire e acquistasse dall’Inps». Ammesso che costerebbe meno demolire i quattro edifici e ricostruirli, quella zona, però è vincolata urbanisticamente alla colonia. Nessuno sarebbe così sprovveduto da acquistarla: ad esempio, una residenza turistico-alberghiera non potrebbe starci. Però il sindaco osserva che, pur di togliere dalla vista dei turisti quegli obbrobriosi «casoni», se un privato intendesse trasformarli in alberghi o residence, non costerebbe nulla fare una variante urbanistica ad hoc per modificare quei sei ettari in zona alberghiera. Prima di vedere crollare quelle costruzioni, una soluzione va trovata, tant’è che la preoccupazione spesso manifestata dagli abitanti e operatori turistici di Fai per l’abbandono della colonia, il sindaco l’ha posta tra le questioni prioritarie sul tavolo della Comunità di valle.