Lona-Lases: ultimatum al sindaco per la fusione

di Luisa Pizzini

Sono pronti a dimettersi gli otto consiglieri comunali di Lona Lases (quattro della maggioranza e altrettanti dell’opposizione) che lunedì hanno firmato la lettera di convocazione d’urgenza del consiglio per poter approvare il progetto finalizzato alla fusione dei comuni di Albiano e Lona-Lases. Il sindaco Marco Casagranda di fusione non vuol sentir parlare e, a più riprese, ha spiegato le sue ragioni. Se non fisserà entro oggi la data del consiglio d’urgenza, però, rischia di dover lasciare il suo ufficio in municipio a un commissario.


«Siamo nelle sue mani» commentava ieri Carlo Micheli, assessore a sanità, agricoltura e commercio. È stato lui ieri ad inviare una nuova lettera a sindaco, vice sindaco e segretario per diffidare il primo cittadino e sollecitare la convocazione d’urgenza dell’assemblea. Ma non si è limitato a questo modo formale. Ha comunicato con Casagranda anche attraverso una serie di sms, senza per altro ottenere risposte confortanti. «Mi ha risposto - spiega - che neanche volendo può rispettare i tempi che gli abbiamo dato (il termine ultimo è stato fissato per il 2 marzo, la convocazione entro oggi, ndr), tempi che però sono essenziali per noi».


Che questo gruppo di consiglieri (Fabio Fedrizzi, PIermario Fontana, Mara Tondini, Carlo Micheli, Ivano Avi, Giuliana Cagnoni, Fiore Libardi e Emanuela Libardi) avessero idee diverse dal sindaco in tema di fusioni era risaputo. «Se ne era parlato già a novembre in consiglio - ricorda Micheli - con l’impegno che sarebbero stati convocati dei consigli informali sulla questione e organizzati incontri con la gente. Non è stato fatto nulla però».


Ora i tempi sono davvero stretti per poter attivare l’iter che, in caso di risposta positiva al referendum, porterà alla fusione. «Non è solo una questione di contributi» aggiunge l’assessore facendo riferimento alle somme messe in «palio» dalla regione in caso di unione tra i comuni, con il vincolo di presentare la proposta approvata dal consiglio comunale entro il 10 marzo. «Semplicemente crediamo che la gente possa dire la sua nella condizione migliore, spiega. «Come ci giustificheremo con la gente altrimenti?».

Parla di «situazione frustrante» Carlo Micheli: «L’unico strumento che ha il sindaco in questo momento per opporsi alla convocazione del consiglio (dove il gruppo ha i voti per portare a casa la delibera, ndr) è quello di non far nulla, mentre il nostro ultimo estremo tentativo sarà quello di far decadere il consiglio. Non è scontato, ma se raccoglieremo abbastanza firme il commissario che arriverà potrà portare avanti l’iniziativa del progetto di fusione». Ieri sera, in extremis, l’incontro tra Micheli e il sindaco ha raffreddato un po’ la polemica. Casagranda si è impegnato a convocare il consiglio, che a questo punto diventa decisivo.

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