Mezzocorona, la bella storia di 2 giovani medici che sono diventati l'orgoglio del paese
Cervelli in fuga? Inflazione di giovani laureati letterati a scapito delle materie scientifiche? Che guardano al resto del mondo per specializzarsi snobbando le istituzioni nostrane? Niente di tutto questo pare interessare Mezzocorona e le sue giovani promesse.
Fa notizia in paese il fatto che due giovani residenti si siano distinti a livello nazionale per i brillanti risultati ottenuti al termine del loro percorso di studi.
Conosciamoli meglio: Mattia Giovannini, classe 1988, dopo aver conseguito la laurea in medicina e chirurgia all’università di Verona, alcune settimane or sono ha ottenuto il punteggio più alto di tutti i candidati della regione e terzo a livello nazionale nel test di ammissione alla specializzazione, ed ha potuto così scegliere nientemeno che l’ospedale pediatrico Mayer di Firenze.
Un risultato che corona un percorso non solo scolastico ma anche di impegno nel mondo dell’associazionismo: Mattia infatti è stato promotore e fondatore dell’associazione «Studenti trentini di medicina». L’associazione che raduna gli studenti trentini di medicina impegnati in tutte le facoltà di medicina italiane per fornire informazioni su tirocini e frequenza delle strutture sanitarie in provincia di Trento.
Attualmente Mattia è occupato alle terme di Comano, dove si occupa in particolare di malattie legate all’infanzia. Il corso di specializzazione che ha scelto è proprio la pediatria, un ramo della medicina che offre senza dubbio sbocchi professionali ma che richiede una grande capacità umana, fatta di pazienza, empatia e capacità d’ascolto. Qualità umane, disponibilità e preparazione scientifica sono il «bagaglio minimo» richiesto ad un medico e in Mattia queste caratteristiche sembrano abbondare.
Ivan Giovannini invece compirà 25 anni tra poco e, a seconda dell’esito del test di ammissione, diventerà o un reumatologo o un oculista. Con Mattia, oltre al cognome, lo accomuna l’aver studiato alla facoltà di medicina di Verona, l’esser cresciuto nel medesimo paese oltre alla stessa passione per la medicina e tutto quello che riguarda la meravigliosa macchina umana. Ivan si è diplomato al liceo Prati e ha sempre «curato» sia la mente (appassionato lettore) che il corpo (ciclista convinto soprattutto sulle salite) e ora impegnato nell’associazione dei medici trentini.
Cosa spinge un giovane ad intraprendere un percorso così impegnativo e lungo? Mattia risponde così: «Ho sempre amato studiare e conoscere come funzioniamo ma nonostante questo corso richieda dedizione assoluta e lunghe ore di studio, grazie ad una ferrea organizzazione del mio tempo, sono riuscito a coltivare amicizie e hobby e sono riuscito ad occuparmi anche dell’associazione».
«Sono una persona curiosa di natura e mi piace esser aggiornato e preparato su tanti argomenti - spiega invece Ivan -. La mia vocazione alla medicina è nata nel corso degli anni, ascoltando le esperienze altrui e confrontandomi con gli insegnanti. Oggi sono soddisfatto di quanto raggiunto ma sono consapevole che sono solo agli inizi e che la strada per diventare uno specialista è ancora lunga e impegnativa. Consiglio comunque ai giovani interessati ad intraprendere un simile percorso di non trascurare l’apprendimento delle lingue straniere e di non lasciarsi scoraggiare dalle inevitabili e “fisiologiche” battute d’arresto che incontreranno lungo tutto il percorso».