Notte al Museo da batticuore con De Stefani e i bambini
Si è chiusa con un «botto» originale, vitale e di giovanile energia la mostra «Gente e Montagne dell’Hymalaia» ospitata per un mese nelle sale di Palazzo De Maffei a Lavis con fotografie e oggetti tradizionali delle terre alte dell’Himalaya esposte dall’alpinista Fausto de Stefani.
A chiudere l’esposizione - che pure ha fatto registrare ottimi numeri con circa 1300 firme sul libro presenze e 2.000 euro raccolti e devoluti alla Fondazione Senza Frontiere per la ricostruzione post terremoto in Nepal - è stata, tra sabato e domenica scorsa, «La Notte al museo». Un’idea dell’assessorato alla cultura e del Gruppo Speleologico di Lavis rivolta ai bambini di terza, quarta e quinta elementare, che ha colto in pieno nel segno. Protagonisti della magica notte, i giovani partecipanti e il celebre alpinista mantovano, secondo italiano dopo Reinhold Messner ad aver scalato tutte le 14 vette superiori agli 8000 metri e da anni impegnato con la associazione Senza Frontiere nella costruzione di scuole in Nepal.
Accolti nel tardo pomeriggio di sabato nelle sale di Palazzo De Maffei dal tamburo settecentesco dell’Hymalaia e dal saluto del sindaco Andrea Brugnara (presente anche l’assessora alla cultura Caterina Pasolli), i 37 bambini hanno iniziato il loro «viaggio» all’interno della mostra e del palazzo, accompagnati da ragazze e ragazzi del Gruppo Speleo e dell’Associazione culturale lavisana.
È stato dopo la «pizzata» collettiva - con pizze preparate dalle pizzerie di Lavis - che negli avvolti di Palazzo De Maffei ha iniziato a crearsi un’atmosfera magica. Grande merito va ascritto a Fausto de Stefani, materializzatosi davanti ai bambini con la sua lunga barba per prenderli idealmente per mano ed accompagnarli fra i suoi ricordi di bambino e storie di vita e di natura. Racconti affascinanti e coinvolgenti senza alcun riferimento alle imprese alpinistiche. Una narrazione a perfetta misura dei piccoli ascoltatori che lo hanno ripagato con un’attenzione ai massimi livelli.
Al momento del commiato, De Stefani ha regalato un suo libro a ciascuno dei bambini. Subissato dalle richieste di copia autografa, Fausto ha detto: «Ma perché? A cosa vi serve un autografo? Le cose che contano sono più profonde: è ciò che si impara». Alla fine, comunque, le pagine del libro hanno ospitato la sua firma a matita. Ha capito che i bambini gli avevano voluto bene e non poteva negar loro un ricordo. La serata-nottata è quindi proseguita all’insegna dell’avventura e di un pizzico di mistero, con le «esplorazioni» con frontalino e casco, delle cantine profonde di Palazzo De Maffei e della soffitta. Troppe le emozioni per prender sonno subito nel sacco a pelo. Il vociare nelle stanze si è placato solo verso le 2. Un’altra avventura da «grandi», da raccontare a colazione al mattino, prima di fare ritorno a casa col tesoro di un’esperienza indimenticabile.