La Valle dei Laghi promossa a Comunità del Cibo
È l’ultima nata nell’elenco delle Comunità del cibo in Trentino, ma quella della Valle dei Laghi possiede fin d’ora tutti gli elementi per il successo.
Il responsabile regionale Presidi Slow Food Luciano Bugna non nutre alcun dubbio: «La Valle dei Laghi, avendo già in sé adottato la filosofia Slow Food, ben si prestava alla nascita di una “Comunità del cibo”.
Ora che finalmente esiste mi auguro che possa crescere nel numero di produttori coinvolti». Attualmente vi aderiscono in una dozzina, veri artefici di produzioni agroalimentari di nicchia dall’elevato valore aggiunto e potenzialmente efficaci in termini di promozione territoriale, capaci di fare sistema muovendo dal principio di cibo «buono, pulito e giusto»: dal broccolo di S. Massenza coltivato in passato tra i filari di vite, ai cereali antichi di recente reintroduzione nel circondario di Cavedine, dalla Nosiola al Vino Santo presidio Slow Food, dalla grappa artigianale che trova in S. Massenza la culla dell’arte distillatoria all’olio extravergine di oliva estremo alle erbe aromatiche che riprendono ad attecchire sulle fratte per merito di alcuni ardimentosi contadini.
Quella presentata ufficialmente nella frizzante cornice della tre giorni di «Festa dell’uva al parco» la sera in cui ha aperto i battenti a Padergnone, venerdì scorso, è la quarta Comunità del cibo in ordine di tempo a livello provinciale dopo le conferme giunte dal Tesino e Vanoi attraverso il mais Dorotea, dalla Valsugana con la varietà Spin e dalla Baldensis, forte di piante aromatiche e officinali.
Proprio il parco Due Laghi voluto nei primi anni Sessanta dal compianto cavaliere Giuseppe Morelli per questa tradizionale ricorrenza folcloristica è sembrato essere la location ideale per tenere a battesimo una promettente creatura che ha visto in Paola Aldrighetti, delegata dell’ente intermedio della Valle dei Laghi, un’abile fautrice.
Da sempre Slow Food è schierato a difesa dei piaceri della tavola e si batte per la salvaguardia delle biodiversità di fronte alla crescente omogeneizzazione dettata da moderne quanto spietate logiche di mercato. Lo ha ribadito Lorenzo Berlendis, numero due dell’associazione internazionale nata in Italia esattamente trent’anni fa: «Per Slow Food è sempre un gran bel giorno quando nasce una nuova Comunità del cibo. Vogliamo dimostrare di non voler percorrere la strada delle grandi produzioni omologate ma quella dei piccoli territori come questo, non clonabili né trapiantabili altrove».
È proprio seguendo fino in fondo questa logica che Slow Food ritiene necessario tutelare e sostenere i piccoli produttori, ma anche cambiare il sistema che li danneggia, unendo gli attori che hanno potere decisionale. E uno di loro, Arrigo Pisoni, locale viticoltore appassionato di olio d’oliva per il fascino che la pianta eletta a simbolo di pace e saggezza esercita sul paesaggio, s’è fatto portavoce prima di concludere con la degustazione di pane integrale cosparso di olio extravergine di oliva estremo brindando all’ambiziosa sfida associativa con un calice di vino Nosiola.