«Guardia medica, un sacrosanto diritto»
Segonzano, martedì 30 agosto dibattito in teatro
Dopo le proteste, si passa all’opposizione dura: sulla guardia medica tagliata a Segonzano il sindaco e assessore al sociale della Comunità di valle dottor Pierluigi Villaci chiama tutta la valle alla mobilitazione.
«Facendo seguito alle iniziative intraprese dal Comune di Segonzano per evitare la chiusura della guardia medica che avrebbe conseguenze del tutto sfavorevoli per gli abitanti della nostra valle (sinistra Avisio in particolare) e ribadendo che quello che l’assessorato intende negarci è un sacrosanto diritto, in quanto la norma prevede un medico in servizio ogni 5.000 abitanti, invitiamo i cittadini dei Comuni a cui verrà tolta la guardia medica, i sindaci e gli assessori dei loro Comuni, l’assessore Luca Zeni e tutti i consiglieri provinciali ad un dibattito che si terrà presso il teatro di Segonzano alle 20,30 del giorno martedì 30 agosto 2016».
Per Villaci «È assolutamente importante la partecipazione dei Sindaci dei territori a cui verrà negata la Guardia Medica, perchè quello che vogliono toglierci è un diritto dei nostri cittadini e noi che li rappresentiamo abbiamo il dovere morale di prenderne le difese per evitare che i nostri territori, già poveri di servizi,subiscano ulteriori penalizzazioni.Vi aspetto tutti martedi sera».
Intanto prosegue la raccolta firme contro la riorganizzazione del servizio: sono oltre quota 600 le firme, ma si continua con i moduli presso la farmacia di Segonzano o presso il Bar Ristorante Alpino.
«Ritengo - aveva affermato Villaci - che la normativa sia chiara: l’articolo 64 dell’accordo collettivo nazionale che disciplina il rapporto con i medici di medicina generale stabilisce che debba esserci in servizio un medico ogni 5000 abitanti. Ora nella mia Valle (ma vale anche per gli altri territori a cui viene negata la guardia medica) - continua - siamo quasi 11.000 abitanti e allora devono rimanere in servizio due medici, uno a Cembra e uno a Segonzano, come è sempre stato». Villaci ricorda l’ «assoluto sconcerto verso le modalità con cui è stata comunicata questa decisione: vergogna!»