Colline Avisiane, si riparte dalla narrazione dei masi
Un logo rinnovato e uno studio da affidare ad esperti di marketing territoriale per creare un «percorso tematico» sui masi: l’intrigante discorso sulla valorizzazione delle Colline Avisiane riprende da qui. A ripescarlo dall’oblio nel quale era finito durante le due amministrazioni Pellegrini, è stata la giunta guidata da Andrea Brugnara, che fin dal suo insediamento ha affidato il compito di riallacciare i fili col passato al consigliere del Pd Enzo «Cic» Marcon, fautore all’inizio degli anni 2000 del primo progetto di valorizzazione delle Colline Avisiane e con esse del Dos del Paion.
L’energia propositiva di Marcon sta trovando nell’assessore al verde e alla vivibilità Franco Castellan, il terminale ideale per cercare di concretizzare gli obiettivi, che sono molteplici e addentellati fra loro in modo da creare assieme al parco fluviale dell’Avisio e al Giardino dei Ciucioi, un’offerta che parli di Lavis a 360 gradi.
«Per quanto concerne le Colline Avisiane - spiega l’assessore Castellan - l’idea che vorremmo sviluppare come filo conduttore è un percorso tematico sulla storia dei masi e dell’agricoltura di un tempo. Osservando le nostre colline, la peculiarità che emerge è proprio la presenza di queste storiche strutture, collegate fra loro da strade interpoderali, strade forestali e sentieri bellissime da percorrere a piedi, in mountain bike e con le e-bike».
Sono della partita, ovviamente anche la Cantina LaVis, i tanti vignaioli lavisani di successo capaci di produrre vini di eccellenza dai bellissimi vigneti che coprono parte delle colline, i laboratori di birra artigianale fioriti negli ultimi anni e gli agriturismi: tutti soggetti che possono diventare protagonisti di un turismo in forte crescita come quello eno-gastronomico.
«Chi viene da fuori apprezza moltissimo queste cose - continua Castellan - sta a noi riuscire ad offrirle in modo efficace ed accattivante, dandoci un’identità precisa. Per farlo, sotto le insegne del logo rinnovato dal grafico Giuseppe Marchi, ci affideremo ad una società di marketing territoriale, che dovrà raccogliere le istanze dei portatori di interesse ed elaborare una proposta che possa poi essere veicolata e promossa attraverso i portali internet di settore, come ad esempio quelli di Visit Trentino, delle Pro Loco o delle Strade del Vino e dei Sapori».
Geograficamente parte delle Colline Avisiane ed allo stesso tempo elemento di interesse a sè e perno attorno a cui dovrà girare tutta l’offerta naturalistico-culturale lavisana, è il Dos del Paion. «Rispetto al progetto Colline Avisiane, qui siamo già in fase molto avanzata - si inserisce il consigliere Marcon -. Entro maggio otto postazioni esplicative delle peculiarità archeologiche e botaniche del luogo saranno poste in opera. La progettazione è stata curata dallo studio Cavagna -Cian, lo stesso che ha firmato il progetto grafico “Foci dell’Avisio”».
Il Dos del Paion, nelle intenzioni dell’Amministrazione comunale, dovrà poi essere l’elemento geografico di collegamento di tutte le opportunità escursionistiche che può offrire Lavis, diventando una delle porte d’accesso alle passeggiate sulle Colline Avisiane, ma anche completamento di quelle lungo l’Avisio o di quelle che salgono dal Pristol, la parte più antica e caratteristica del paese, senza dimenticare la contiguità con il Giardino dei Ciucioi.
«Il binomio torrente-territorio per Lavis è molto forte - prosegue l’assessore Castellan - e in quest’ottica stiamo valutando l’opportunità di creare un piccolo museo dell’Avisio nel vascone del vecchio acquedotto, che diventerebbe tappa di una vera e propria escursione che partendo da piazza Loreto, concatenerebbe anche Giardino dei Ciucioi, Dos Paion, Maso Franch e la diga di San Giorgio per poi proseguire a monte della serra attraversando l’Avisio sull’esistente passerella e spostarsi in territorio del Comune di Trento verso Camparta e chiudersi ad anello al ponte di ferro». Il progetto è ambizioso, ma grazie agli arretrati dei sovracanoni della diga di Stramentizzo (per l’ambito di foce rappresentato da Lavis e Trento si parla di circa 700 mila euro) e ad un accordo quadro fra Bim, Lavis e Giovo, si dovrebbero trovare le risorse per realizzarlo.