Il Sangiovese sarà "ospite" del Teroldego fra gli incontri del Rotaliana Wine Club
Quando si dice che l’unione fa la forza, non si hanno tutti i torti. Pure nel settore vitivinicolo lo scambio di esperienze e di degustazioni aiuta a conoscere i vini autoctoni: non sarà un gemellaggio, ma portare il Sangiovese nella patria del Teroldego rotaliano offre l’opportunità di confrontare le rispettive esperienze, valorizzando così la territorialità del vitigno rotaliano. Proprio la conoscenza dei vini e i disparati metodi della loro lavorazione sono l’obiettivo che si propone di raggiungere «Rotaliana Wine club», una rassegna ideata dalla Cantina Rotaliana per scoprire i vini di altre regioni e confrontare i sistemi di produzione con il modello adottato dai viticoltori trentini.
Fare rete anche nel settore del vino aiuta il Teroldego ad accrescere la sua notorietà; il filo conduttore della rassegna è il rapporto tra vitigno, uomo e territorio, un veicolo promozionale per far conoscere, nel contempo, i vini della Rotaliana agli esperti enologi e relatori, ospiti della cantina di Mezzolombardo.
Il prossimo Incontro del Wine Club è fissato per le 20.30 del 5 ottobre, dove si aprirà la vetrina sul «Sangiovese di quel Maestro Giulio Gambelli».
La serata sarà introdotta da Carlo Macchi, il noto narratore del vino italiano impegnato, da oltre trent’anni, nel campo dell’enogastronomia ed oggi direttore del portale winesurf.it.
Macchi fu grande amico di Giulio Gambelli, soprannominato il «Signor Sangiovese», colui che ha più influenzato l’enologia toscana di qualità. La serata si concluderà con la degustazione delle più rinomate etichette del Sangiovese.