"Presidio sanitario San Giovanni, a quando il via di tutti i servizi?"
È il presidio San Giovanni di Mezzolombardo, o meglio i suoi tempi di utilizzo, l’oggetto dell’interrogazione presentata dal consigliere del gruppo consiliare «Mezzolompardo, partecipa!» Konrad Vedovelli.
«Nei mesi scorsi, l’assessore provinciale competente (Luca Zeni, ndr), in diversi interventi, sia in aula che in occasione di incontri con la popolazione (anche a Mezzolombardo) - scrive il capogruppo - aveva garantito che entro la fine di settembre sarebbero stati trasferiti tutti i servizi previsti dall’atto aggiuntivo del 19 settembre 2015 ratificato dalla delibera della Giunta provinciale numero 1.944 del 2 novembre 2015. All’attività prevista sarebbe stato trasferito tutto il personale dedicato. Per quanto riguarda l’Hospice il personale che era stato trasferito a Villa Igea sarebbe stato nuovamente assegnato a Mezzolombardo. A tal proposito si sarebbe provveduto a dare puntuale applicazione al protocollo che prevedeva anche un confronto tra le parti sindacali prefigurabile entro il mese di luglio. L’assessore competente i garantiva che le persone ancora in lista di mobilità per la sede di Mezzolombardo (circa 35) avrebbero avuto titolo di priorità assoluta nel quadro dei nuovi servizi che saranno attivati o nel caso di potenziamento di organico. In realtà - si legge ancora - la situazione ad oggi non sembra sia cambiata, nonostante le promesse: e nella struttura poliambulatoriale sarebbero presenti solo il servizio di guardia medica (che peraltro non sembra avere grande riscontro tra la popolazione...), l’infermeria e la manutenzione generale. I servizi di “hospice” che dovevano essere trasferiti da Villa Igea non sono stati ancora trasferiti e i locali ad essi destinati a Mezzolombardo sono ancora vuoti. I poliambulatori che si stanno utilizzando sono ancora quelli “storici”. Per un discorso di agibilità, il personale non autorizzato non può ancora accedere alla nuova struttura».
Per questo il consigliere interroga il sindaco Christian Girardi per verificare se effettivamente la situazione sia quella descritta nell’interrogazione e per conoscere le «tempistiche aggiornate», relative ai servizi previsti dall’atto aggiuntivo. Inoltre, si chiede di sapere se «la priorità garantita dall’assessore provinciale competente, relativamente allo stato occupazionale delle 35 persone in lista di mobilità per la sede di Mezzolombardo, verrà onorata».
Solo nel giugno scorso l’assessore Zeni aveva incontrato la popolazione nell’ambito di una serata informativa organizzata per illustrare il futuro del vecchio nosocomio di zona, interamente trasformato dopo i due anni e mezzo di lavori. In quell’occasione aveva annunciato come buona parte dei servizi previsti per il presidio sanitario territoriale «San Giovanni» di Mezzolombardo sarebbero diventati operativi entro fine settembre.
«Alla base della nuova struttura - aveva aggiunto Zeni - vi è una visione di sistema, che, a fronte di un progressivo e inarrestabile invecchiamento della popolazione trentina, si muove in direzione di una migliore integrazione dei servizi erogati e di un aumento della qualità complessiva».
Il nuovo presidio sanitario di Mezzolombardo, costato alle casse provinciale 26milioni di euro, dovrebbe diventare così un punto di continuità sanitaria, con diversi servizi localizzati a seconda del piano.