A Cembra manca il pediatra: raccolta di firme, promesse e parole, ma i genitori aspettano ancora
L’assessora Segnana risponde all’interrogazione di Manica (PD), ma non offre soluzioni. Il comitato: «Ha descritto la situazione com’è, ma noi ci aspettiamo una riposta, in zona non può mancare un pediatra»
CEMBRA. La questione della mancanza della figura del pediatra per l'alta sponda destra della Valle di Cembra era stata sollevata nel mese di marzo attraverso un'importante raccolta firme, inviata ai vertici provinciali, che aveva coinvolto settecento abitanti tra i Comuni di Cembra Lisignago e Altavalle. Nella lettera si evidenziava il venir meno di un servizio essenziale presso il capoluogo di valle in quanto il concorso era stato bandito per il solo ambulatorio di Giovo.
Nei giorni immediatamente successivi all'invio della lettera, l'assessora provinciale alla sanità Stefania Segnana, presente a Lases per una seduta itinerante di Giunta, in conferenza stampa aveva accolto la problematica chiarendo che si sarebbe fatto un passaggio con il comitato provinciale per far fronte alla questione.
Della questione si è interessato anche Alessio Manica, consigliere provinciale del Pd, il quale attraverso un'interrogazione a risposta scritta aveva chiesto come l'esecutivo provinciale intendeva adoperarsi per risolvere il problema e rispondere concretamente alle preoccupazioni sollevate dai firmatari.
Nella risposta scritta a firma dell'assessora, si legge che «a fronte delle richieste dei cittadini della zona dell'alta Valle di Cembra, la situazione assistenziale è stata esaminata con l'Azienda sanitaria ed è stata portata all'attenzione del Comitato provinciale dei pediatri di libera scelta in data 30 marzo 2022. Tenuto conto che la pediatra è attualmente in maternità, l'Azienda sanitaria è stata invitata a concordare con la stessa, al suo rientro, le modalità per dare risposta alla richiesta di potenziamento dell'attività ambulatoriale nella zona dell'alta Valle di Cembra, anche in attuazione di specifiche disposizioni contrattuali provinciali, finalizzate ad assicurare l'assistenza in zone periferiche».
Una risposta che - come spiega Cristina Zanot, una mamma che si era resa promotrice della raccolta firme - riprende «le esigenze che avevamo illustrato il cui contenuto descrive lo stato attuale delle cose: credo sia corretto dire che bisogna aspettare la persona di ruolo per capire eventuali modifiche organizzative, ma la risposta che cerchiamo è nelle istituzioni dalle quali vorremmo capire perché c'è un ambulatorio che è stato chiuso, un presidio importante e non periferico. Sappiamo perfettamente che la dottoressa titolare ha deciso di aprire l'ambulatorio a Cembra per sua spontanea volontà e allo stesso tempo non ci aspettiamo che questa persona cambi il suo ambulatorio. Per noi non è possibile che le zone dell'alta valle restino scoperte e le famiglie debbano recarsi a Verla. L'ambulatorio della pediatra rappresenta uno di quei servizi che non possono mancare, per questo ci si aspetta un segnale forte dalle istituzioni».