Il commovente addio a Giancarlo Rosa, presidente di Asia e degli alpini
Centinaia di persone, ieri a Lavis, per dare l’ultimo saluto a un uomo di grande valore. Il sindaco Brugnara: “Bella persona, che sapeva costruire tessendo relazioni umane”
LAVIS. «Se l'impronta che lascia un uomo si può misurare anche dalla partecipazione alle sue esequie, oggi ho l'ennesima conferma che mio zio è stato un uomo di grande valore». Con queste parole Francesco Rosa, a nome della propria famiglia, ha ringraziato ieri mattina, 13 gennaio, a conclusione dei funerali celebrati dal parroco, don Lamberto Agostini, le centinaia e centinaia di persone ritrovatesi a Lavis per porgere l'estremo saluto a Giancarlo Rosa, presidente di Asia, capogruppo degli alpini lavisani e tantissimo altro, scomparso dopo breve malattia mercoledì alle soglie dei 71 anni, e stringersi alla moglie Lucia ed ai fratelli Marcello, Marta e Alessandra.
Il ricordo tracciato dal secondogenito di Marcello, figura molto nota anche oltre i confini comunali nelle vesti di patron della ditta Dolomatic e presidente dell'Us Lavis, ha restituito con estrema obiettività il ritratto di un uomo votato da un lato al proprio lavoro e dall'altro all'impegno sociale. Con pregi e difetti legati a questo suo modo di affrontare la vita.
«Non è stato lo zio che quando eravamo piccoli si metteva a giocare a calcio con noi - ha ricordato Francesco -. Lo vedevo sempre immerso nel suo lavoro e faticavo a comprendere perché fosse così. Solo crescendo e rapportandomi sempre più con la realtà lavorativa, ho inteso che mi accomunava a lui proprio l'approccio full time , come dicevamo fra noi ridendo, al lavoro, teso però a un obiettivo più alto del lavoro fine a se stesso: l'ambizione di perseguire un bene superiore, con ricadute positive anche sulla collettività».
Con estrema franchezza, Francesco (che con gli altri nipoti a fine cerimonia ha portato a braccia il feretro dello zio) ha ricordato come non sempre fosse facile rapportarsi con lui: «Uomo colto e di testa fina, aveva una personalità forte: era testardo, a volte fin troppo suscettibile e difficilmente si riusciva a fargli cambiare idea, ma questo, va riconosciuto, anche perché il più delle volte aveva poi ragione».
Non rituali ma di cuore, anche le parole pronunciate dal sindaco Andrea Brugnara: «Eri una bella persona ed era bello stare in tua compagnia perché con te si realizzavano cose - ha ricordato -. Con spirito di pace hai costruito ponti fra le persone, intrecciato relazioni, creato contatti all'interno della nostra comunità. Per tutto questo a te va il nostro grazie. Un grazie immenso». Portavoce del dolore delle decine e decine di Alpini presenti in chiesa (27 solo i gagliardetti dei gruppi rappresentati), l'ex capogruppo Carlo Linardi dopo aver letto la "Preghiera dell'Alpino", ha sottolieato l'entusiasmo che Giancarlo era riuscito a trasmettere, abbinato a grandi competenze «generosamente messe a servizio del gruppo, ma anche delle singole persone che avessero avuto problemi di sorta».
Spirito di servizio e disponibilità sempre e comunque sono state evidenziate anche da Lorenzo Fumarola, presidente dell'Oratorio di Lavis, con cui Giancarlo Rosa ha collaborato in qualità di cuoco quando i suoi Alpini si mettevano a disposizione per iniziative a sfondo benefico.