Bimbo si fa male in un negozio di San Michele all'Adige: assolti la mamma e il direttore
L’infortunio era avvenuto all’interno del punto vendita Mercatone Uno, travolto da un lavandino in esposizione che non era ancorato alla parete. In primo grado la donna era stata condannata così come l’allora direttore vendite nazionale e il responsabile del negozio trentino (l'unico cui restano la multa e la provvisionale da versare)
TRENTO - Il bimbo si era fatto male all’interno del punto vendita Mercatone Uno di San Michele all’Adige, travolto da un lavandino in esposizione che non era ancorato alla parete ma solo appoggiato alla colonna-scarico. Soccorso e subito accompagnato in ospedale, aveva riportato un taglio alla mano, lo schiacciamento della stessa con lesioni ai tendini delle dita. Per quell’incidente, in primo grado era stata condannata anche la madre («non ha adeguatamente seguito il bambino» ha scritto il giudice nella sentenza), oltre all’allora responsabile del negozio e al direttore vendite nazionale.
Ma la Corte d’appello di Trento ha in parte riformato la sentenza e assolto sia la madre che il direttore vendite, mentre per il responsabile del negozio di San Michele sono rimaste la multa, seppur di importo inferiore rispetto al primo grado, e la provvisionale in forma ridotta, ossia 10mila euro anziché 15mila.
L’incidente risale alla primavera del 2018, quando il bimbo aveva quattro anni.
Come è emerso nel corso del procedimento, il piccolo mentre era nel reparto bazar con la mamma si era “appeso” al lavandino causandone la caduta: la vasca in ceramica si è staccata, finendo addosso al bambino e, rotta in pezzi, causandogli le lesioni alla mano.
La valutazione dei medici era stata di novanta i giorni di prognosi. Si era dunque aperto un fascicolo per lesioni personali colpose in concorso, con tre persone indagate che successivamente sono finite a processo: i due dipendenti del Mercatone Uno per non aver controllato che tutti gli arredi in esposizione fossero installati correttamente, e la madre del bambino per non aver vigilato sul minore.
In primo grado, il giudice di pace Alessandro Sigillo aveva condannato tutti e tre gli imputati al pagamento di una multa (1.239 euro ciascuno per i dipendenti del Mercatone Uno e 309 euro per la madre del bambino) e di una provvisionale per il risarcimento dei danni sia a favore del piccolo che del padre, che si era costituito parte civile con l’avvocato Tommaso Fronza, per una cifra complessiva pari a 17.500.
Anche la donna era stata chiamata a versare denaro sia sul conto corrente intestato al figlio (risarcimento quantificato dal giudice in 2mila euro) sia a favore dell’altro genitore (500 euro). Secondo il giudice di pace «non è possibile ritenere che la madre non si sia rappresentata la pericolosità di una possibile condotta improvvisa e abnorme del minore all’interno dello spazio espositivo e pertanto la stessa avrebbe dovuto ottemperare all’obbligo di attivarsi per scongiurare possibili impreviste (ma prevedibili) condotte del figlio pregiudizievoli per se stesso».
Di diverso avviso è la Corte d’appello di Trento, che ha assolto sia la madre che il direttore vendite nazionale di Mercatone Uno. L’allora responsabile del negozio di San Michele, difeso dall’avvocato Matteo Livio, si è visto ridurre la pena: è stato condannato al pagamento di 300 euro di multa e di una provvisionale di 10mila euro. Ma. Vi.