Guardia del corpo per il custode dell'orso
Il custode dell'orso di San Romedio avrà un «bodyguard» che lo difenderà in caso di aggressione da parte del pingue Bruno (nella foto di Giordano Wegher) . L'animale è ospitato da metà marzo nell'area di 1.500 metri ai piedi del santuario, e nelle scorse settimane ha ricevuto la visita di una delegazione ministeriale
SAN ROMEDIO - Il custode dell'orso di San Romedio avrà un «bodyguard» che lo difenderà in caso di aggressione da parte del pingue Bruno (nella foto di Giordano Wegher) . L'animale è ospitato da metà marzo nell'area di 1.500 metri ai piedi del santuario, e nelle scorse settimane ha ricevuto la visita di una delegazione ministeriale.
L'obiettivo della commissione (formata da due membri del Ministero deIl'Ambiente, da un medico veterinario del Ministero della Sanità e da un rappresentante del Corpo Forestale dello Stato) era quello di verificare lo stato di salute dell'esemplare, del quale è responsabile il sindaco di Coredo Paolo Forno . Nella relazione inviata in questi giorni alle amministrazioni di Coredo, Sanzeno e Romeno viene elogiato il lavoro svolto dal forestale Fausto Iob , che accudisce e alimenta giornalmente il plantigrado, ma sono pure indicate alcune prescrizioni «urgenti e indifferibili» volte alla salvaguardia della sicurezza del custode e del benessere di Bruno. «Il dicastero provvederà a verifîcare l'effettiva esecuzione delle prescrizioni mediante il supporto della Asl di Trento, competente per territorio» annuncia il documento.
Attraverso la nota, il Ministero invita Iob a non entrare mai nella recinzione con l'esemplare libero nel recinto: «Se l'incauta procedura (seppur commovente) attuata finora, tramite la quale Iob è riuscito a far uscire l'orso Bruno dalla sua tana e fargli apprezzare un ambiente a lui sconosciuto, dovesse essere ritenuta dagli esperti ancora necessaria si legge - sarà obbligatorio far seguire a vista l'operato del forestale da personale armato di fucile, pronto ad intervenire in caso di aggressione». Un'eventualità tutt'altro che remota, visto l'episodio avvenuto nel 2010 in Abruzzo, quando Bruno sorprese alle spalle il suo vivandiere e lo colpì a suon di zampate e morsi. L'orso è un esemplare maschio in piena attività riproduttiva, e nonostante la cattività subita il suo istinto può essere risvegliato in qualsiasi momento, ed in particolare nel periodo dei calori: «Questo rende la situazione di una estrema gravità per la salute sia dell'orso Bruno che, soprattutto, dell'operatore» recita il documento.
Per quanto riguarda invece l'abitudine di Bruno a girare su sé stesso (causata dalla detenzione in una gabbia molto piccola all'interno del giardino di un privato che lo deteneva illegalmente) «deve essere corretta tramite opportuni accorgimenti, anche per alimentare la curiosità innata dell'animale». Nel suo lavoro, il forestale dovrà dunque essere affiancato da un professionista per garantire il benessere fisico ed etologico dell'esemplare. Al riguardo, il veterinario Roberto Guadagnini, esperto in animali selvatici, avrebbe già assicurato la propria disponibilità.
Come già annunciato dal sindaco Forno, nei pressi del recinto andranno collocati cartelli che informino i visitatori sulla storia di Bruno, specificando che l'imprinting umano subìto dall'animale ne impedisce la liberazione in natura. Il recinto dove viene ospitato ora è la prima realtà boschiva in cui sia mai stato accolto, e come ricorda la nota «è provvisto di arricchimenti ambientali spontanei ed adatti all'esemplare».
Infine una curiosità: come noto, l'orso è in sovrappreso (per trasportarlo a San Romedio è stato necessario utilizzare un mezzo per ippopotami) ed il Ministero chiede ora di metterlo a dieta. Insomma, per l'orso si prospetta una vecchiaia senza vizi.