Val di Non Le badanti sono 700
Nel 2012 gli stranieri nati in valle sono stati 61 e sono stanziati sul territorio in modo disomogeneo: si va da un massimo del 20,1% di residenti a Malosco alla percentuale minima dell'11,1% di Sarnonico, mentre il capoluogo conta il 12% di abitanti stranieri. In valle le donne arrivate dall'estero sono per il 90% badanti che corrisponde in termini numerici a circa 700
REVÒ - Le storie di emigrazione di fine Ottocento e quelle attuali di immigrazione coincidono, con il denominatore comune che è la speranza di una vita migliore.
Anche i numeri risultano significativi e possono essere confrontati a quasi un secolo di distanza: migliaia di nonesi lasciarono allora la valle per recarsi all'estero, oggi in Val di Non dal 2001 al 2011 gli stranieri immigrati sono triplicati attestandosi a 3.993 unità, ossia il 10,1% della popolazione a fine 2012.
Nell'ambito della mostra «Storie di emigrazione in val di Non» allestita presso casa Campia a Revò, recentemente sono stati messi a confronto i fenomeni migratori in Trentino, che è divenuto terra di immigrazione dopo le dolorose ondate di emigrazione di fine Ottocento e metà Novecento.
A ripercorrere le tappe salienti dell'emigrazione trentina è stata Valentina Galasso , della Fondazione Museo Storico del Trentino che ha parlato del rischio di perdere la memoria dell'emigrazione che in Trentino è cessata negli anni settanta.
«Oggi risulta difficile ammettere che fino a quaranta anni fa era necessario emigrare per stare meglio - ha spiegato l'esperta - la strutturale sproporzione tra popolazione e risorse disponibili è sempre stato un problema per il nostro territorio e per i suoi abitanti che hanno sempre posseduto un'elevata cultura della mobilità».
Maria Floretta , sindaco di Cloz ed esperta di emigrazione, si è soffermata sul ruolo della donna nelle vicende migratorie, sottolineando che sovente le donne si spostavano in seconda battuta richiamate da mariti, fratelli e parenti.
«Donne coraggio in cerca di indipendenza economica - ha sottolineato Maria Floretta - in continua lotta contro quelle barriere linguistiche e culturali che trovavano nel nuovo mondo». I dati dell'immigrazione in val di Non sono stati illustrati da Stefano Canestrini , responsabile del piano convivenza della Comunità di valle. Nel 2012 gli stranieri nati in valle sono stati 61 e sono stanziati sul territorio in modo disomogeneo: si va da un massimo del 20,1% di residenti a Malosco alla percentuale minima dell'11,1% di Sarnonico, mentre il capoluogo conta il 12% di abitanti stranieri. In valle le donne arrivate dall'estero sono per il 90% badanti che corrisponde in termini numerici a circa 700.
«Fra dieci anni la richiesta di badanti aumenterà considerevolmente - ha spiegato Stefano Canestrini - con stime che si aggirano intorno ad un più 400%. La maggior parte di queste donne sogna di rientrare nel loro paese di origine per ritrovare la famiglia ed i figli, spesso lasciati con padri e nonni. Si parla sempre più di sindrome Italia - ha concluso Canestrini - per registrare il triste fenomeno delle difficoltà di reinserimento di queste donne nei loro contesti famigliari e culturali di origine».
In Val di Non il 57% delle badanti proviene dai paesi dell'est, prevalentemente dalla Moldavia, il 20% dal mondo asiatico, l'11% dall'America del sud ed il 9% dall'Africa.
Secondo Stefano Graiff , assessore alle politiche sociali della Comunità di valle, due aspetti accomunano le due migrazioni: la contaminazione culturale in Europa e la speranza di una vita migliore. La mostra sull'emigrazione allestita a Revò presso casa Campia è aperta dal martedì alla domenica dalle ore 16 alle 19, il fine settimana è visitabile anche dalle ore 20 alle ore 22.