Una doccia fredda su «Altanaunia»
Malosco, per soli tre voti - 114 sì e 117 no -, non ha permesso la creazione del comune d'Altanaunia, il frutto della fusione dei paesi di Cavareno, Romeno, Malosco, Sarnonico e Ronzone. «Sono sconvolto e non ho parole» dichiara a caldo Stefano Endrizzi , sindaco di Ronzone, nonché promotore del progetto di fusione. Eppure, il pomeriggio aveva fatto ben sperare, almeno per quanto riguarda l'affluenza alle urne. Infatti, il quorum è stato raggiunto già alle 17 in tutti i comuni interessati alla fusione. In questo orario si era superata di dieci punti la soglia del 40% prevista dal referendum. Endrizzi ha sottolineato l'importanza di questo primo passo: «Il raggiungimento del quorum è stato un segnale importante. Io e i miei colleghi ci siamo sobbarcati un lavoro di informazione non indifferente, organizzando incontri pubblici, entrando nelle case dei cittadini ed offrendo, in sostanza, spiegazioni trasparenti». Ma poi la sorpresa.
A Cavareno il «sì» ha raggiunto il 90%, a Romeno il 58, Sarnonico il 53, mentre Ronzone segna un 81%. Sembrava un successo già sicuro, eppure Malosco, con questi tre voti contrari, ha mandato in fumo l'occasione per unire in un unico comune quattromila cittadini. Non a caso, il referendum ha conosciuto diverse resistenze, le quali non si sono limitate a chi si è dichiarato contrario all'unione, ma alcune si sono palesate in una vera e propria stanchezza elettorale tra i cittadini: «Molte persone, durante i primi incontri, si sono lamentate dell'ennesima chiamata al voto, ? ha sottolineato Endrizzi ? soprattutto perché valutavano il referendum come un voto simile agli altri. Solo grazie alle informazioni che i sindaci hanno fornito si è poi colta l'importanza di questa tornata elettorale».
La voce dissidente ufficiale, il Comitato del no, ha fatto valere le proprie ragioni nei paesi di Romeno e Malosco, comuni all'interno dei quali vi è poca serenità politica: «Le problematiche interne fra maggioranza e minoranza ? dice Endrizzi ? si sono riversate anche sul progetto di fusione dell'Altanaunia, anche se le motivazioni del Comitato del no hanno fatto leva sul fatto che questa sarà una fusione a metà, ovvero senza i comuni di Don, Amblar, Fondo e Ruffré».
Endrizzi ha manifestato una grande soddisfazione nonostante i risultati elettorali: «Lo sforzo collettivo esercitato da me e i miei colleghi è stato enorme, ma siamo soddisfatti, anche perché abbiamo potuto andare oltre le classiche campagne elettorali, le quali si riferiscono sempre ai propri censiti; al contrario, con tutti gli incontri pubblici organizzati, abbiamo potuto parlare e confrontarci con i cittadini delle altre realtà».
E dunque, con questa decisione referendaria, si è concluso quello che per molti ha rappresentato un sogno. Ora non resta che ricominciare: i tre Comuni favorevoli potranno rifare il referendum a primavera. Malosco sarà obbligato alla gestione associata.