Causa per mobbing, ingegnere contro il Comune di Cles
Da capo ufficio tecnico del Comune di Cles a «passacarte» confinato in mansarda a fare poco o nulla. Per questo "purgatorio" lavorativo durato tre anni, l'ingegner Alberto De Vecchi, 58 anni, dal 1998 al 2008 alla guida del Servizio edilizia privata del comune noneso ora chiede 600 mila euro. Nel ricorso per mobbing presentato dal suo legale, l'avvocato Maria Cristina Osele, si lamentano danni da demansionamento, esistenziali ed anche d'immagine.
Il Comune respinge al mittente tutte le accuse. Nella memoria di costituzione depositata nei giorni scorsi dal legale dell'amministrazione, avvocato Attilio Carta, si traccia un quadro ben diverso, quello di un dipendente che avrebbe costruito a tavolino un finto demansionamento per rivalersi sul Comune. Unica certezza, per ora, è che si tratta di una causa molto delicata nelle mani del giudice Roberto Beghini.
Per capire i contorni del contenzioso occorre fare un lungo passo all'indietro. De Vecchi sostiene di essere stato sollevato dal suo incarico con una mail in cui il Comune informava il dirigente che, dall'oggi al domani, cambiava ufficio e mansioni: dava l'addio all'ufficio tecnico per trasferirsi in mansarda dove avrebbe dovuto occuparsi di ambiente e sicurezza. Un lavoro che nel ricorso viene descritto come di mero passaggio di carte. L'ingegnere sarebbe stato dunque demansionato ed anche umiliato. Per accedere al cassetto della sua vecchia scrivania, dove conservava la tessera sanitaria, dovette far intervenire il suo avvocato, ottenendo poi l'accesso al cassetto ma solo accompagnato da altro personale.
Cosa era successo di tanto grave? De Vecchi venne a sapere che era stata avviata a suo carico un'indagine per abuso d'ufficio per presunti errori nel calcolo degli oneri di urbanizzazione relativi a quattro diverse concessioni edilizie. Inutile in questa sede rifare il processo, basterà dire che l'imputato venne prosciolto grazie ad una perizia che dava ragione alla difesa. Ma i guai per l'ingegnere non erano ancora finiti: la Corte dei conti aprì un procedimento per danno erariale, ma anche in questo caso, dopo che una nuova perizia ricalcolò gli oneri dovuti e incassati dal Comune, il procedimento si chiuse con un'archiviazione perché, pur a fronte di alcuni errori nei calcoli, non c'era colpa grave. Intanto il ricorrente teneva una sorta di diario del mobbizzato in cui spesso scriveva di non avere nulla di rilevante da fare. Dopo aver resistito a denti stretti per alcuni anni, l'ingegnere ottenne il trasferimento diventando capo ufficio tecnico della Comunità Val di Sole con autorizzazione a lavorare anche per alcuni comuni.
Questa, però, è solo metà della storia. Nella memoria di costituzione dell'avvocato Carta in difesa del Comune di Cles, si traccia un quadro opposto. Altro che dipendente demansionato e relegato in un ufficio angusto in mansarda: all'ingegnere venne assegnato un locale più grande del precedente (da 18 a 24 metri quadri, ufficio che se lo sognano in tanti dipendenti pubblici e privati). Inoltre le mansioni assegnate con la creazione dell'Ufficio gestione ambiente e sicurezza erano ad elevato contenuto tecnico: decine e decine gli incarichi assegnati, dal piano delle telecamere di sicurezza alla certificazione europea Emas. L'amministrazione sottolinea come nel giro di pochi anni il suo tecnico partecipò a ben 78 eventi di formazione o missioni. Era talmente impegnato che più volte aveva ricevuto solleciti verbali a svolgere le incombenze assegnate.
E il diario del mobbizzato? Secondo la difesa del Comune l'ex dipendente lo tenne come arma per una futura, pesante rivalsa economica.
Intanto la maxicausa per mobbing ha riaperto anche vecchie questioni. In giudizio potrebbe essere citata come teste anche l'ex difensore civico Donata Borgonovo Re che segnalò al Comune le denunce di cittadini su presunti favoritismi fatti all'Ufficio tecnico all'epoca di De Vecchi. Questi avrebbe istruito decine e decine di pratiche edilizie presentate dalla ex moglie. L'amministrazione riesuma anche il caso di un terreno del ricorrente diventato "magicamente" edificabile. Storie ormai vecchie che però contribuiscono a dare a questa causa da 600 mila euro contenuti esplosivi.