Neve non spalata e il bimbo precipitò condanna salata
Costa molto cara la neve non spalata ad un amministratore di condominio. Il Tribunale di Trento lo ha infatti condannato a risarcire circa 90 mila euro ai genitori di un bimbo, difesi dall'avvocato Michele Busetti, che il 2 gennaio del 2009 rimase gravemente ferito dopo essere precipitato da un lucernario. La vetrata era coperta da un'abbondante nevicata e il piccolo era stato attratto da quello che appariva come un pendio nevoso su cui scivolare. In realtà si trattava di un lucernario pronto a crollare. Le colpe, tuttavia, secondo il giudice non sono tutte in capo all'amministratore. Anche i genitori hanno la loro dose di responsabilità (quantificata nel 30%) per aver consentito un gioco che in tutta evidenza era pericoloso.
L'episodio accadde a Seio, frazione di Sarnonico, ormai oltre 6 anni fa. Quel giorno dopo pranzo la famiglia di turisti marchigiani uscì in giardino per consentire ai figli di giocare con la neve. Il piccolo risalì la tettoia che non resse al peso facendo precipitare il piccolo sulle scale sottostanti da un'altezza di circa 4 metri. Le conseguenze furono pesanti anche se avrebbero potuto essere ancor peggiori. Il bimbo venne soccorso dall'elicottero sanitario e trasferito al Santa Chiara dove nei giorni seguenti venne sottoposto tra l'altro ad un delicato intervento chirurgico. La consulenza medica stabilì che il minore aveva subito un danno permanente pari al 20%.
Di chi era la colpa? La causa civile doveva rispondere a questo quesito. L'amministratore a sua volta aveva chiamato in giudizio, oltre alle assicurazioni, anche un professionista che a suo dire era stato incaricato di spalare la leva. In realtà l'incarico, ha stabilito il Tribunale, non riguardava lo sgombero delle neve dalla tettoia e neppure la sostituzione dei vetri incrinati. La colpa era piuttosto dell'amministratore che non ha portato alcuna prova per dimostrare la sussistenza di un caso fortuito. Anzi egli era a conoscenza dell'instabile stato delle vetrate, nonostante questo non predispose alcuna protezione e neppure un avviso per evitare che qualcuno salisse sulla tettoia. Ma il giudice riconosce un concorso di colpa al 30% anche ai genitori: il loro comportamento è stato ritenuto non conforme ai canoni di prudenza e di diligenza. Quindi: ricordarsi di spalare la neve e badare dove giocano i propri figli.