Sarnonico, decine di firme contro stalla e agritur
Un gruppo di cittadini di Sarnonico, tra cui parecchi ex amministratori comunali, si appella alla Provincia affinché non venga consentita la realizzazione di una stalla-agritur in zona agricola di pregio. «A Sarnonico da decenni il territorio è gestito dal Comune con strategie coerenti, è stato tra l’altro il primo ad identificare e normare le zone agricole per colture estensive a foraggio distinguendole da quelle vocate alla frutticoltura intensiva», spiega l’ex sindaco Elio Covi, portavoce dell’ottantina di persone che hanno sottoscritto documenti ed osservazioni in merito, sottolineando che anche l’attuale prg afferma che «la caratterizzazione del paesaggio locale e la vocazione a prato costituiscono intrinseco valore ambientale da tutelare e mantenere».
Per questo risulta incomprensibile la previsione di un nuovo insediamento in zona agricola di pregio, isolata, dove sarebbe appunto realizzata una costruzione destinata ad ospitare un allevamento di capre ed un agritur, «con forte risultato impattante».
Ora la variante è stata promossa dal consiglio comunale in seconda adozione, e non è stato tenuto conto delle osservazioni presentate, sottoscritte da 45 persone, mentre erano un’ottantina quelle che firmavano una lettera sullo stesso tema nel maggio del 2014. In occasione dell’esame della variante in conferenza dei servizi, la Provincia rilevava «la singolarità della localizzazione rispetto al contesto paesaggistico aperto», e richiamava l’amministrazione comunale a fornire adeguate motivazioni, che però «paiono nella risposta fumose e pletoriche». In seconda adozione il consiglio comunale ha respinto in blocco le osservazioni.
La contrarietà alla localizzazione della stalla-agritur viene ribadita dai firmatari delle osservazioni: «non per non favorire investimenti di privati forse anche interessanti, ma perché non collocabile in questo contesto». Il Pup prevede infatti che le zone agricole di pregio siano inedificabili. «Nel territorio comunale sono già previste due zone stalle inutilizzate», commenta Covi. «Come mai l’iniziativa non è stata convogliata nelle stesse?».
Anche sulla tipologia, qualche perplessità: «Una stalla-agritur tipica e caratteristica non ha bisogno di una nuova avveniristica costruzione». Chiedendo come mai l’associazione «Alta Val di Non-Futuro sostenibile» che della difesa dei «pradiei» ha fatto la propria bandiera, investita del problema, non si sia espressa in proposito, i firmatari delle osservazioni si appellano alla Provincia, «affinché in base all’attuale legge urbanistica in sede di approvazione finale possa stralciare questa assurda e controversa localizzazione della nuova stalla-agritur», anche perché l’ente tutore «ha la possibilità di apportare al piano le modifiche indispensabili per assicurare la sua compatibilità con il Piano urbanistico provinciale».