È arrivato Cristian, l'ultimo dono Ad attenderlo: mamma, papà e 10 fratelli!
È una famiglia d’altri tempi, quella dei Mitterer. Già da fidanzati, Arturo ed Elia avevano previsto l’arrivo nella loro casa di qualche figlio in più rispetto alla media. «Pensavamo di avere quattro o cinque bimbi, poi sono arrivati gli altri» spiega la signora, originaria di Tregiovo ma trapiantata a Lauregno ormai da 19 anni, mentre sul suo volto si apre un sorriso grande e sincero. E con lo sguardo accarezza il viso dell’undicesimo pargolo: Cristian, venuto alla luce all’ospedale di Cles lo scorso 19 maggio.
Due giorni dopo il parto, Elia è tornata al maso dove ad attendere l’arrivo dell’ultimogenito c’era il resto della «squadra». Il mattino seguente, alle 9 in punto, Elia (che di cognome fa Paternoster) era a Tregiovo per partecipare alla messa con nove dei suoi undici figli, compreso il nuovo nato: «Abbiamo una grande fede, e ho voluto ringraziare il Signore perché siamo tutti sani. I nostri figli sono un dono».
Nel maso dei Mitterer - che dista appena un metro e mezzo dal confine con il Trentino - la sveglia suona al mattino presto. Alle 5 si alza Evelyn, che quest’anno diventerà maggiorenne e ogni giorno viene accompagnata ai mezzi pubblici per raggiungere le Upt di Merano. Le ultime luci in casa si spengono invece a tarda sera, verso le 23. Bambini e ragazzi dormono in camere triple e si addormentano solo dopo essersi scambiati la buonanotte e raccontati i progetti per il giorno seguente, come la costruzione di una piccola stalla nel bosco. I bambini trascorrono infatti i pomeriggi all’aria aperta, guardano poco la televisione e fanno quello che possono per dare una mano al papà nella cura degli animali o nel taglio del fieno. Sono ragazzini felici.
Chi immaginasse Arturo ed Elia stressati per le energie che richiede allevare così tanti figli, si deve ricredere: «Siamo persone tranquille, ci innervosiamo raramente. Ovviamente le giornate «no» succedono anche quassù, ma crediamo i che i nostri figli avvertano questa calma». E la collaborazione in casa è assolutamente scontata. Se c’è bisogno di passare lo straccio per terra, lo fa qualcuno di propria iniziativa, come appare naturale ai più grandicelli prendere in braccio e coccolare il fratellino che fa i capricci.
Sì, i Mitterer sono una bella squadra. Come detto, la più grande è Evelyn, poi viene Chiara (16 anni), quindi Martin (15), Serena (13), Eleonora (11), Andreas (8), Fabian (7), Devid (6), Adrian (4), Marc (2) e infine Cristian, che ha meno di una settimana, i capelli neri e un visino simpatico. Ognuno di loro è nato a una distanza di 18-20 mesi dall’altro.
Basta così? «È difficile rispondere a questa domanda. Ogni volta che nasce un figlio è una grande gioia» risponde Arturo, titolare di un’azienda zootecnica con 40 vacche da latte e socio del caseificio di Castelfondo. Il giovane Martin sta seguendo la sua strada, e frequenta l’istituto agrario di Malles, in val Venosta. Solitamente nel corso della settimana si trova in collegio, ma ieri era a casa per trascorrere in famiglia la festa della Pentecoste. «Quando manca uno solo di loro, tutti avvertono la sua mancanza» riferisce mamma Elia.
Una passione incontenibile per i bambini, quella dei due genitori. Che peraltro non provengono da famiglie numerose: sia Arturo che Elia hanno solo un fratello e una sorella. Ed è per loro (giustamente) motivo d’orgoglio allevare tanti figli senza alcun aiuto esterno. Nessuna babysitter o Tagesmutter. «I miei genitori abitano a Tregiovo (paese che dista circa 7 chilometri, ndr) ma ce la siamo sempre cavata da soli. Appena diventata mamma per la prima volta, ammetto che un aiuto sarebbe stato utile, ma poi ci si abitua. Fondamentale è insegnare ai bambini a mantenere l’ordine e rispettare le regole fondamentali di convivenza» racconta la signora, prima trentina trapiantata nel paesino sudtirolese. Che con i figli e il marito parla in dialetto noneso, mentre Arturo ha trasmesso loro la parlata tedesca tipica altoatesina.
In questo bel maso con una vista spettacolare sulle Dolomiti, abita il 3,7% della popolazione di Lauregno: un piccolo record per una sola famiglia. Erano le 11.15 di martedì scorso, quando la donna si trovava davanti alla tivù di casa e le si sono rotte le acque. Alle 11.53 il suo bimbo già strillava in sala parto, appena 5 minuti dopo l’arrivo al pronto soccorso. «Eravamo un po’ spaventati, non ci aspettavamo che nascesse così in fretta», confessa Elia. «Eccoti, ti aspettavamo» le hanno detto le ostetriche dell’ospedale Valli del Noce di Cles, quando l’hanno vista arrivare con il marito, perché per Cristian era venuto il momento di venire alla luce.