Fondo, Cerevisia
In tre giorni a «Cerevisia», festival delle birre artigianali trentine svoltosi al Palanaunia, si sono contati oltre 6 mila visitatori, mentre il totale delle degustazioni supera quota 17 mila. Un successo quindi per questa edizione, che quasi raddoppia gli «assaggi» della prima edizione, datata 2014 (il «contagettoni» si era arrestato a 9 mila).
L’organizzazione del festival, curata dalla Pro loco, in collaborazione con Apt, Comune, Strada della mela e dei sapori (assieme ad altre «strade»), Cassa rurale Novella e Alta Anaunia, e sostenuta dalla Provincia, esprime quindi massima soddisfazione, in quanto questa seconda edizione si conclude con un bilancio assolutamente positivo. «Merito dei seimila visitatori che si sono succeduti da venerdì a domenica, interessati a sorseggiare delle birre di alta qualità quali sono le birre artigianali trentine», è il commento conclusivo.
Con sottolineatura per quanti hanno animato le giornate di esposizione e rallegrato l’atmosfera: nei due giorni si sono succedute degustazioni con proposte di abbinamenti (ad esempio prodotti della «Strada dei formaggi delle Dolomiti» che ben si sposano con la birra), workshop sui lieviti e le fermentazioni, tavole rotonde sulla coltivazione del luppolo in Trentino; ed i concerti musicali, con il blues di Caterina Croppelli ed il rock dei «Tengobanco».
Ad una qualificata commissione di esperti, guidata da Mario Nesi, spettava inoltre il compito di incoronare la birra regina; miglior birrificio artigianale trentino è stato dichiarato BioNoc’ del Primiero (già detentore del titolo 2014), mentre la miglior birra di tradizione brassicola tedesca è risultata la «Biolupo», prodotta dallo stesso.
La miglior birra di tradizione brassicola inglese è invece la «Selvatica», prodotta dal birrificio Maso Alto di Pressano; per la tradizione belga si è imposta la «Lupinus» del Birrificio Fiemme, e per la tradizione brassicola americana infine la palma l’ha conquistata il birrificio Rethia di Vezzano, con la «Maria Mata». Oltre alla giuria tecnica ne era in azione anche una «popolare», dove il voto spettava al visitatore: il pubblico ha sostanzialmente condiviso le scelte degli esperti, destinando il titolo di miglior birra artigianale trentina alla citata «Maria Mata».
La seconda edizione di Cerevisia va in archivio, ma con la certezza che la birra artigianale trentina abbia un futuro, dinanzi a sè: la produzione cresce, gli amanti di questa bevanda non mancano. Annunciati ora la nascita di una associazione di categoria, ed il varo di un marchio sotto la cui «ala» possano essere presentate tutte le birre artigianali provinciali, con l’obiettivo di affiancare, come prodotto di eccellenza, i già noti vini e spumanti trentini, puntando su ingredienti genuini e qualità. Prossima puntata, a maggio 2016...