Rumo, <Guerra maledetta> di Caracristi
Il periodo della «Grande Guerra», non narrato come inno all’eroismo e alla patria, ma attraverso gli occhi di quanti la guerra l’hanno semplicemente vissuta, tra gli stenti, la fame, la miseria e l’incertezza, e che spesso sono morti a causa della guerra, indirettamente, ma che non vengono ricordati in nessun «monumento ai caduti». Delle morti che oggi vengono banalmente descritte «effetti collaterali»; cent’anni fa, nessuno si era curato neppure di dar loro una definizione. Molto interessante, il libro «Guerra maledetta - Rumo dal 1900 al 1920», che l’amministrazione comunale ha voluto dare alle stampe; un lavoro curato da Corrado Caracristi, non nuovo ad avventure editoriali, che per sette anni ha raccolto dati ed informazioni. «Il libro lo ho curato io, ma in realtà è scritto da decine di persone che hanno letto le bozze, apportato correzioni, aggiunto nuove testimonianze dirette o indirette, fornito nuovi materiali estremamente utili per l’approfondimento necessario», sottolinea Caracristi. Il «tomo» conta 260 pagine, è corredato di circa 300 fotografie, la maggior parte delle quali riscovate nel corso della pluriennale ricerca.
La divisione, in due grandi spezzoni: il primo parla di Rumo dall’inizio del ’900 allo scoppio della Grande Guerra, e qui chiaramente spazio alla posizione geografica, alla viabilità d’epoca, e ad economia, emigrazione, religiosità, volontariato, caccia (c’è anche la foto di cacciatori con un orso abbattuto nella zona di Cles...), ed accenni su posta e telegrafo, sull’organizzazione militare dell’epoca in cui il Trentino era parte dell’Impero asburgico. Una fotografia dei tempi, insomma, per inquadrare quanto viene poi narrato nella seconda parte del volume: la guerra, ma letta attraverso le lenti sia di quanti si trovarono al fronte, sia di quanti, donne, bambini, vecchi, la vissero sul territorio, tra l’ansia dell’attesa del ritorno dei propri cari e l’incertezza del domani.
Incertezza duplice, in terra di confine: molti «rumeri» furono vestiti della divisa austriaca, e spediti a combattere in Galizia. Altri scelsero l’Italia, come Giovanni Bonani (1891-1979), che nell’agosto del ’14, dopo lo scoppio della guerra con la Serbia, partì per Bologna, per combattere contro l’Austria. «Parto», scriveva ai suoi familiari. «Quando tornerò a Rumo? O mai più o con i soldati d’Italia...».
Rumo fu anche terra di profughi: tra questi persone di Vermiglio evacuate d’ufficio dal paese di confine, e tra loro Amadio Vareschi, morto in ospedale a Vienna nel 1916, la cui moglie, Adele Callegari, si stabilì a Rumo; il poeta dialettale ed irridentista Vittorio Felini di Trento, che a Rumo ha dedicato alcuni sonetti (morto nel 1920); e Giuseppe Menestrina, già presidente della Pro cultura trentina, consigliere comunale eletto a Trento nel 1911 nelle file dei liberali, dichiarato disertore dagli austriaci e pertanto condannato a morte; per tre anni si nascose in un pertugio sotto il pavimento della casa che i suoi parenti avevano affittato a Rumo.
L’approfondita ricerca curata da Corrado Caracristi va oltre la guerra, fino al 1920, tra l’epidemia di «spagnola» che fu letale quanto il conflitto, la svalutazione della moneta, il sospetto con cui erano viste pesone che risiedevano in altre regioni del Regno d’Italia, ma nativi del Trentino. Poi ci sono le storie familiari: schede in cui sono riassunte le vite di soldati, internati, civili, per giungere alle liti degli anni ’60, quando invece di un solo monumento ai caduti a Rumo ne furono eretti due, perché Mocenigo e Lanza vollero il «loro» monumento, con litigi e battibecchi, oltre che vari errori di nomi e date - beghe riportate dai giornali, difficili da dimenticare.
Un libro diverso da molti scritti sulla guerra, insomma. Diverso in tutto, perché qui per gli osanna ad atti eroici (spesso dettati da disperazione) non c’è spazio. Un libro che nasce da una diversa concezione narrativa, lo si evince già da quel titolo «Guerra maledetta», e che ha una diversa finalità: il volume è in vendita, a 20 euro, solo presso la biblioteca comunale del paese. L’intero ricavato sarà devoluto a favore di Emergency, che a favore delle vittime della guerra tuttora opera, in tutto il mondo.