Concessioni sul Noce: mappate le richieste in Val di Sole
Del fiume Noce rimarrebbe ben poco se tutte le istanze di concessione idroelettrica presentate in Provincia venissero accolte. Da Cusiano a Mostizzolo, tutta l’asta del Noce, fatta eccezione per davvero pochi tratti, sarebbe occupata da impianti di captazione della risorsa idrica al fine di produrre energia elettrica.
Il panorama è inquietante soprattutto quando lo si prova a disegnare su una cartina geografica come ha fatto recentemente il Comitato permanente di salvaguardia del fiume Noce.
Nei giorni scorsi, gli attivisti hanno postato sul sito del Comitato la mappatura di tutte le richieste di concessione idroelettriche avanzate da privati e da enti pubblici sul fiume Noce nel suo corso solandro.
Il comitato ha preso in considerazione solamente le richieste senza individuare le concessioni già staccate e, con un paziente lavoro, ha segnato punto per punto e con diversi colori chi ha presentato l’istanza e la zona interessata dalla domanda.
Cliccando sul tratto in questione, è possibile anche leggere l’annuncio pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione, con l’indicazione della portata richiesta, la potenza nominale ottenuta e tutti i dati che accompagnano le istanze.
Ne sono nate due cartine, realizzate grazie a Google Maps. La prima, che coinvolge il letto del fiume da Terzolas a Mostizzolo, richiama le richieste di concessione della Lorengo Energia srl - ferma per il momento in Cassazione -, dei Comuni di Cles e Caldes datata il 6 dicembre 2007, quella della Gadotti Fratelli srl, della Vimax srl e per ultima della Comunità della Valle di Sole.
Nell’altra, che prende in considerazione il tratto che va da Cusiano a Croviana, sono segnalate le istanze presentate da Attilio Costanzi, dalla Covi Costruzioni srl, dalla Sta Consulting, dai Comuni di Croviana e Monclassico, e dalla Hydro Power srl. In questo caso, sono evidenziate anche le due richieste di concessione sul torrente Meledrio avanzate da Franco Pangrazzi, proprio in questi giorni ammessa a istruttoria, e del Comune di Dimaro, inoltrata in concorrenza.
Dalla cartina si vede chiaramente come in pratica l’unico tratto, di una certa lunghezza, finora libero da mire idroelettriche sia quello compreso tra Dimaro e Monclassico.
Per il resto è una selva di domande che spesso si accavallano una sull’altra anche se con portate di derivazione differenti.
«L’idea era quella di prospettare lo scenario che verrebbe ad attuarsi nel caso in cui la Provincia lasciasse andare le cose così come sono - commenta il portavoce del Comitato Luca Scaramella -. Le immagini si commentano da sole. Ora siamo in mano a chi è titolato a prendere le decisioni. I rischi ci sono e si vedono».
Chi desidera vedere con i propri occhi la mappatura, può farlo al sito del Comitato.