Rumo, il sacerdote <irriducibile>
A Mocenigo, tre anni fa, ha inaugurato il campeggio dei «Rangers», l’associazione di volontariato giovanile da lui fondata a Genova. Un luogo dove ospitare famiglie in difficoltà che non possono permettersi una vacanza, ma anche per i ragazzi che con il suo esempio lavorano silenziosamente nella carità e nella misericordia.
In questi giorni padre Modesto Paris, nativo di Mione di Rumo, ordinato 30 anni fa da Papa Paolo Giovanni II, da allora all’opera a Genova, Torino, Spoleto, con puntate in Camerun e Filippine, è alla ribalta nazionale. Il settimanale Panorama gli ha dedicato nell’ultimo numero quattro pagine di reportage, intitolandolo «Irriducibili». Sì perché padre Modesto non ha smesso la sua opera, sebbene sia gravemente malato di Sla (Sclerosi laterale amiotrofica), malattia degenerativa che lo costringe su una sedia a rotelle, e gli ha tolto la parola e la possibilità di nutrirsi da solo.
Da un po’ si è ritirato nel Santuario della Madonnetta di Genova. Per le incombenze della giornata si affida a Mamadou, un giovane profugo senegalese che ha accolto anni fa e che adesso è il suo interprete, la sua guida e il suo sostegno un po’ come nel film «Quasi amici». Ma per il resto padre Paris è un ciclone: scrive su Facebook e dice messa con l’ausilio di un computer a sintesi vocale che può comandare con il tocco delle dita o anche con il movimento degli occhi. Così ogni domenica celebra le funzioni in diretta Facebook e i suoi fedeli lo seguono sul tablet. Ma soprattutto non rinuncia al contatto con la gente, i suoi fedeli ed amici, ed i ragazzi che affollano ogni sua presenza alla sede dei Rangers.
«Ovunque io abbia operato ho sostenuto la nascita di realtà associative, prima alla Madonnetta, poi a Sestri dove quasi 20 anni fa è stata costituita una associazione giovanile ed avviato un “campo famiglie”» raccontava al nostro giornale il giorno dell’inaugurazione del campeggio di Rumo. Per lui, secondo di sei figli di un falegname, la voglia di fare è sempre stata tanta.
«Ero sempre in azione, anche troppo, mi dimenticavo persino di dormire» confessa al giornalista Guido Castellano di Panorama che lo intervista: «Ora la malattia mi ha imposto di rallentare, forse è un bene».
Padre Modesto sa che la Sla gli bloccherà via via le funzioni vitali, ma a Panorama spiega che «Solo con il vento contrario l’aquilone vola». E nella sua stanza tiene un aquilone per ricordarsene.
Quando il giornalista gli chiede quale sia il suo sogno, padre Modesto non esita: «È sempre lo stesso, fin da quando mi hanno ordinato sacerdote: portare giovani e adulti in cordata sulle vette del mio Trentino. È un sogno che voglio non finisca mai. Per questo abbiamo costruito la “casa sogno” che ospita ogni anno 500 giovani. Ma io vorrei che ne ospitasse mille».
E infine, padre Modesto si affida al Padre: «Il Signore supera di una spanna ogni nostra aspettativa» si è fatto incidere sulla porta d’ingresso. E se lo dice lui, gli dobbiamo credere.