«Meteocipolle» in tivù a «Geo & Geo»
I meteocipollisti nonesi assurgono a fama nazionale, grazie al piccolo schermo. Giovedì 8 dicembre infatti saranno protagonisti a «Geo & Geo», la nota trasmissione delle reti Rai che va in onda alle 16; al «meteocipolle» sarà dato ampio spazio, trattandosi di cosa curiosa, tradizionale, e comunque praticata, magari con «strumenti» diversi, anche in altre regioni d’Italia.
Il «meteocipolle» si mette in moto a gennaio, quando gli adepti preparano l’evento. Sia chiaro, la sola cosa da preparare sono delle cipolle adeguate, ultimamente vengono acquistate in Val di Gresta, a garanzia di qualità. Il resto dei preparativi sono incontri in cantina, con una bottiglia di vino, due insaccati, un po’ di formaggio ed ovviamente un grappino per concludere l’incontro propedeutico al grande momento.
Questo è datato 24 gennaio: ricorrenza della conversione di San Paolo. Si prendono le cipolle, si tagliano, formando così delle «scodelle», se ne depositano dodici in fila su di un’asse, che nella notte sarà esposta su un balcone, un davanzale, un anfratto, esposto ad Oriente (o meglio, a sudest), in direzione delle terre in cui San Paolo fu convertito.
Il mattino seguente, il meteo è confezionato.
Le dodici «scodelle» di cipolla rappresentano ciascuna un mese (attenzione: mese lunare!); alcune saranno asciutte, alcune bagnate, altre umide. Si abbinano nell’ordine le scodelle ai mesi, e si avrà il meteo annuale, da febbraio a gennaio dell’anno seguente, con le indicazioni «asciutto, umido, bagnato».
I più tradizionali metoecipollisti nonesi, ormai noti alle cronache, sono Livio Iob di Cunevo, Franco Zanin di Flavon, Ruggero Pinter di Dardine; saranno loro i protagonisti della puntata su Geo & Geo, con la loro serietà (alle cipolle ci credono) e la loro ironia, spesso indirizzata a sé stessi.
Va detto comunque che pur ritenendo questa avventura un motivo per ritrovarsi, e tutto sommato divertirsi, i «meteocipollisti» sono seguiti da un numero crescente di seguaci. Ci sono persino degli albergatori che il giorno del responso telefonano loro direttamente, per sapere se devono anticipare l’apertura estiva o invernale. Ed agricoltori che si accertano di poter raccogliere le mele col bel tempo. Tanto che ormai del ?meteocipolle? viene prodotto un calendario, che si può notare appeso in molte case della valle di Non.
Che poi funzioni, tutto da vedere. La tradizione (il sistema era praticato ben prima della nascita dei tre anziani meteocipollisti) continua, e coinvolge nuovi adepti. D’altronde, il margine d’errore si aggira sul 50%, per ogni mese. Come dal detto trentino riguardante la Paganella, che se «la gà ?l capel, o che fa brut, o che fa bel».
Intanto per questa usanza che non si avvale né di satelliti né di meteorologi, c’è sempre maggior attenzione, tanto da approdare sulle reti Rai. In un’annata peraltro che ha visto i tre amici azzeccarne parecchie (sempre con la precisazione che si parla di mesi lunari). Insomma, una buona annata?