Alta Val di Non, i Comuni resistono sul nome

Se Romeno l’aveva messa giù dura, Fondo, Malosco rispondono. Il nome Alta Val di Non, deciso dai due comuni intenzionati a fondersi, non era affatto piaciuto al sindaco e alla giunta di Romeno. Adesso deciderà il Tar, il tribunale amministrativo regionale, chiamato a dirimere la querelle del nome. Dopo il ricorso presentato dal sindaco di Romeno, Luca Fattor, ecco la delibera di resistenza in giudizio del comune di Fondo (anche per conto di Malosco). 
 
Con una punta di scoramento, Daniele Graziadei, primo cittadino di Fondo dice: «Abbiamo dovuto resistere in ricorso, il quale coivolge anche la diversione della giunta provinciale e di quella regionale. Non abbiamo affidato la difesa a nessun legale ma ci appoggiamo alla consulenza della avvocatura di Stato. Non ci sarà nessuna spesa a carico del Comune in quanto i costi relativi al ricorso saranno sostenuti direttamente da noi Amministratori». Graziadei aggiunge stizzito: «Ci pare assurdo utilizzare risorse comunali in questo periodo economicamente complicato ed impegnativo per le casse comunali nonché non corretto nei confronti dei nostri cittadini. Non entriamo invece nel merito del ricorso. Tutto questo vale anche per il comune di Malosco con il quale abbiamo condiviso la posizione da seguire».
 
La vicenda prende le mosse quando il Comune di Romeno a fine novembre 
impugna la decisione del costituendo comune «Alta Val di Non» davanti al Tar.
I motivi? L’Alta Val di Non è un ambito geografico, e sicuramente Romeno ne fa parte, dice il sindaco Fattor. «Se un domani ne dovessero far parte solo i cittadini di Fondo e Malosco e forse Castelfondo è chiaro che questa sarebbe una grave lesioni dei nostri diritti e delle nostre libertà...». Secondo quanto affermato dal sindaco, sulla stessa lunghezza d’onda ci sarebbero anche Cavareno, Ronzone, Ruffrè/Mendola e Amblar/Don anche se ufficialmente nessuno si è espresso. 
 
Il tempo comunque stringe perché fra una settimana si vota. Domenica 18 dicembre infatti gli elettori di Fondo e Malosco sono chiamati alle urne per approvare o meno il processo di fusione sotto il nome Alta Val di Non con il seguente quesito: «È d’accordo l’elettore/l’elettrice che il Comune di Fondo/Malosco sia unificato e fuso dal 1° gennaio 2020 con il Comune di (..) in un nuovo Comune denominato “Alta Val di Non” con capoluogo nell’abitato di Fondo e che tale fusione sia aperta anche al Comune di Castelfondo qualora la proposta sia approvata dalla maggioranza dei votanti di questo Comune?»
 
Il Tar dovrebbe pronunciarsi prima del voto, onde evitare che si crei una situazione che comporti l’annullamento del voto referendario. «Lunedì - dice Graziadei - capiremo meglio cosa succederà». Romeno, nel suo ricorso, aveva chiesto che non si usasse il nome ed eventualmente i due comuni andassero al voto lasciando comunque «in bianco» il nome del nuovo comune.

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