C'è un nuovo parassita È la «cimice asiatica»
Anche tra i parassiti delle piante vi sono degli immigrati irregolari. L’ultimo segnalato in regione è la cimice asiatica - o Halyomorpha Halys - proveniente da Cina, Giappone e Corea. «Abbiamo posizionato delle trappole in zone di passaggio, come l’Area Zuffo e l’Interporto di Trento», spiega Tommaso Pantezzi della Fondazione Mach, moderatore della tradizionale giornata frutticola, giunta alla 20esima edizione e svoltasi giovedì 16 febbraio al Polo scolastico clesiano, come sempre gremito di agricoltori, mentre un centinaio hanno seguito i lavori in streaming. «In provincia abbiamo avuto delle segnalazioni della sua presenza, finora non problematica, ma questa cimice ha già causato danni negli ultimi due anni in altre regioni del Nord Italia».
Quali danni? «La cimice punge la frutta, che si deforma e non è più vendibile. Il problema è che si tratta di specie molto prolifica e aggressiva. E che potrebbe creare problemi anche al di fuori del mondo agricolo, nel periodo invernale si ripara nelle abitazioni. Dove è diffusa, si vedono intere case ricoperte di cimici».
Mentre non destano più preoccupazione colpo di fuoco (scomparso) e scopazzi, all’attenzione c’è anche verso l’afide lanigero (Eriosoma lanigerum, ne ha trattato Andrea Branz), che attacca le piante formando una «culla» lanosa sui meli, provocando poi danni ai frutti e in certi casi disseccamento dei rametti. Può essere combattuto in via naturale, ma nei frutteti attaccati duramente l’anno precedente si rendono necessari trattamenti con oli minerali in miscela con zolfo, o con il «Primicarb».
La giornata di ieri si è aperta con l’intervento del direttore generale della Fondazione Mach, Sergio Menapace, che ha sottolineato il costante impegno dei tecnici e la massiccia partecipazione del mondo agricolo, affermando che «il nostro lavoro in termini di sostenibilità continua, nel tentativo di raggiungere il migliore equilibrio tra parti economiche, sociali e ambientali».
Ha quindi annunciato due importanti eventi per il 2017: il congresso internazionale Future Ipm 3.0 sulla sostenibilità in Europa, dal 16 al 20 ottobre a Riva, e la giornata sulla biodiversità, il 20 maggio a San Michele.
Numerosi i temi trattati, ad iniziare da quello della frutticoltura sostenibile, illustrato da Alessandro Dalpiaz, direttore di Apot: «Le scelte in discussione per il 2017 devono essere viste come un passo verso una migliore sostenibilità del sistema ma anche di rispetto che il mondo frutticolo chiede alla collettività. Passaggio fondamentale per dimostrare l’attenzione e la sensibilità del mondo agricolo nell’intercettare le istanze dei cittadini e, conseguentemente, per essere più competitivi sui mercati, oggi molto selettivi in termini di politiche ambientali».
Oltre che di coltivazione del ciliegio, si è parlato di tecniche di diradamento con una relazione di Massimo Prantil e Cristian Andergassen. L’operazione manuale è stata difficile nel 2016 soprattutto in collina, oltre che dispendiosa (fino a 300 ore ad ettaro). Il problema è studiato dalla stazione di Laimburg; anche i tecnici della «Mach» sono ovviamente all’opera, per individuare e quantificare la giusta quantità e qualità di prodotti da utilizzare per il diradamento chimico, tra cui il Metamitron, di nuova introduzione, che però necessita di ulteriori approfondimenti per il suo impiego. Al termine, qualche domanda dael pubblico e applausi per tutti, a conclusione di un’intensa mattinata di lavori.