Flavon, abbattuta la pineta: polemiche Motivazione: lotta alla processionaria
Duecentocinquantacinque pini neri, importati a Flavon dall'Austria negli anni Venti, sono stati abbattuti a suon di motosega nell'area verde che accoglie il parco giochi e la «Grotta» alla Madonna.
Un intervento voluto dall'amministrazione comunale di Contà guidata dal sindaco Fulvio Zanon, che così ha voluto contrastare la diffusione della processionaria nella pineta.
«La diffusione di patologie soprattutto fungine sta determinando una progressiva mortalità delle piante» si legge nell'avviso affisso alle bacheche di Contà - firmato dal primo cittadino e dall'assessore alle foreste Arnaldo Miclet - nel quale si annunciava l'abbattimento dei pini malati.
L'intervento si sarebbe dunque concentrato, nella scelta delle piante da abbattere, sugli esemplari arborei morti o gravemente malati, su quelli fortemente inclinati o particolarmente ramosi, che «ostacolavano o danneggiavano le preziose latifoglie, nate nel tempo al di sotto delle chiome della pineta e destinate ad originare il nuovo futuro bosco».
Va detto che all'operazione di taglio è seguita la messa a dimora di nuove specie come larici, sorbi e aceri.
«Ma il Contà ha perso la sua più bella pineta» tuona il capogruppo di minoranza Eric Rossi, che evidenzia come l'intervento sia avvenuto «senza prima consultare e informare in modo adeguato la popolazione».
L'argomento è dunque approdato anche in consiglio comunale, dove il sindaco ha difeso l'operazione, sostenendo che l'intervento avrebbe favorito l'evoluzione naturale già in atto e che avrebbe evitato di esporre bambini e animali alla minaccia rappresentata dalla processionaria.
Il consigliere di minoranza Valentino Iob ha invece parlato delle tecniche di abbattimento della processionaria che avrebbero consentito di evitare il taglio degli unici pini neri su tutti e tre i paesi del Contà.
Rossi avanza tuttavia qualche dubbio sul reale obiettivo della «pulizia» del bosco: «Le piante ammassate nella pineta non sembravano poi così malate, e non era rilevabile ad occhio la presenza di funghi patogeni, ma non so dire quale metodo d'indagine abbia usato il Comune. Di certo una parte dei pini che sono stati tagliati confinavano con i meleti che, a causa degli alti tronchi, rimanevano spesso all'ombra».
Sulla questione non è rimasto in silenzio nemmeno l'ex sindaco di Flavon Emiliano Tamè , che ha affidato al suo profilo Facebook alcune considerazioni: «Con la scusa della processionaria, la forestale si è resa complice di un dispetto alla popolazione di Flavon.
Per quale motivo non è stata tagliata anche la pineta di Cunevo e il resto del bosco nel Contà? Penso che il vero motivo di questo abbattimento massiccio di pini verdi e senza problemi (escludendo quei pochi che veramente erano secchi), sia dovuto ad altre ragioni e ad una buona dose di invidie fra paesi».
Il sindaco Zanon rimanda un'eventuale replica a dopo le festività pasquali.
Va detto che nel suo avviso aveva previsto «reazioni emotive ed affettive, dovute al dispiacere di vedere abbattuti degli alberi di cui si ha da sempre memoria ed attaccamento», ed aveva assicurato peraltro che le operazioni sarebbero avvenute «nel solo intento di salvaguardare questo sito naturale, in modo che al posto delle piante secche e malate possano crescerne di nuove, in modo da mantenere nel tempo l'integrità boschiva dell'area».