Miracolo artigiano a Pretare
Artigiani anauni protagonisti nelle Marche, per la ricostrizione post-terremoto. E ce lo raccontano in prima persona.
«Sono le 11 del mattino quando sotto il tetto in costruzione della nuova sala polifunzionale di Pretare arrivano le donne del paese ai piedi del Monte Vettore e in pochi minuti imbandiscono una tavola piena di salumi, pecorino, focacce, dolci marchigiani e le immancabili olive ascolane. È il modo più diretto e sincero di dimostrare la propria gratitudine per gli artigiani della Val di Non e i volontari trentini ed emiliani che in queste settimane di settembre sono all’opera nella piccola frazione di Arquata del Tronto per dare al paese, con la sala polivalente da 300 metri quadri, un punto di riferimento sociale e un segnale di fiducia per il futuro».
Nei giorni scorsi sono state anche consegnate le 26 casette Sae (soluzioni abitative d’emergenza, da 40 e 60 metri quadri) per una settantina di pretaresi. Angelo Perla vive ad Ascoli e a Pretare ci passava sempre l’estate: «Per noi la sala polivalente in costruzione è fondamentale per avere un punto di aggregazione. Le nuove casette provvisorie sono belle ma inevitabilmente piccole, perciò avere una sala per riunirsi, ospitare incontri, seguire la messa, far rinascere il paese è importante. Sta venendo su con celerità incredibile. Gli artigiani della Val di Non hanno lavorato senza sosta, fermati solo da un giorno di diluvio».
Giuseppe Trenta, dopo il terremoto dell’anno scorso, è andato a vivere dalla figlia, a Grottammare, sul litorale adriatico: «Questa sala che sarà pronta tra poche settimane è una cosa grande per noi. Voi trentini ed emiliani, che ci state dando una mano, avete un entusiasmo contagioso e grandi capacità costruttive. Vi ammiriamo».
A Renato Tavonatti, artigiano idraulico di Priò, che segue i lavori per l’impianto termoidraulico, tutti stringono le mani e danno una pacca sulla spalla: «Si è creata una vera amicizia, qui a Pretare. Una ventina di residenti ad aprile era stata a Fiorinda da noi. Stiamo ricevendo complimenti continui. Anche se le nostre due comunità distano 650 chilometri ormai ci sentiamo una grande famiglia». Pio Malfatti, di Coredo, è un carpentiere in pensione che ha appena trascorso quattro giorni nel cantiere di Pretare: «La sera siamo stanchi ma la mattina riprendiamo i lavori con entusiasmo. C’è proprio una bella atmosfera, un grande calore intorno a noi che prestiamo tempo e lavoro volontariamente per questo progetto».
In questi giorni sono all’opera carpentieri, lattonieri, idraulici. È stata ultimata l’isolazione del tetto. Il pool di artigiani nonesi è coordinato da Massimo Zadra, presidente di categoria per la Val di Non, e da Marino Fanti dell’omonima ditta di Malosco. Spiega Zadra: «Stiamo finendo il tetto da 395 metri quadri. I pannelli sono stati forniti dalle ditte Fanti di Malosco e Fellin di Revò. Sono già prefiniti con cappotto isolante. Nei prossimi giorni si alterneranno altre squadre di 4-5 artigiani nonesi e 3-4 volontari da Emilia e Val di Non per completare le caldane, rifinire le pareti e sistemare il pavimento in ceramica donata. Quest’opera vale circa 250.000 euro e ringrazio i tanti che hanno preso ferie o sacrificato i week-end per dedicarsi a questo progetto concreto di solidarietà. Abbiamo avuto anche due volontari della cooperativa Social N.O.S. di Mollaro».