Il caloroso benvenuto a don Carlo Crepaz dalle sue nuove 17 parrocchie
Un caloroso benvenuto quello che gli abitanti del decanato di Fondo, fino a poco tempo fa affidati a don Mauro Leonardelli, hanno dato al nuovo parroco, don Carlo Crepaz.
Un sacerdote giovane, ma con una grande esperienza: per sei anni ha ricoperto il ruolo di cappellano a Pergine, ed ha trascorso dodici anni in Ciad come missionario, per poi essere nominato parroco di Cavalese ed alcune altre parrocchie fiemmesi.
«Guidare diciassette parrocchie non è semplice - ha affermato Emanuela Abram, sindaco di Sarnonico, a nome degli altri sindaci presenti (quelli di Castelfondo, Dambel, Fondo, Don, Malosco). «Però don Carlo non è solo: attorno a lui ci sono le comunità, in più bisogna ricordare che mai il Signore ha dato a qualcuno una prova non calibrata alle sue capacità».
Gli abitanti delle parrocchie hanno fatto sentire al nuovo parroco la loro vicinanza ed unità, a testimonianza delle quali le campane delle chiese dei paesi appartenenti al decanato di Fondo hanno suonato contemporaneamente, per far risuonare il benvenuto a don Carlo in tutta l’Alta Valle di Non. «Dio ti ringrazi di cuore per essere venuto in mezzo a noi», ha recitato don Giuseppe Seppi in lingua ladina, che don Carlo ben conosce, essendo originario di Canazei.
L’arrivo in piazza di don Carlo, affiancato dal decano di Cles don Renzo Zeni, è stato accompagnato dalle note del canto di fede «Jesus Christ you are my life», intonato dai cori giovanili dell’Alta valle di Non. Ad attenderlo i sacerdoti dell’Alta Valle di Non ed una folla di fedeli.
Anche i bambini hanno avuto l’occasione di salutare il nuovo parroco, esibendo un colorato benvenuto.
Al saluto è seguita la celebrazione liturgica, che ha avuto luogo nella Chiesa di San Martino.
Durante l’omelia, rifacendosi al brano del Vangelo di Matteo, Don Carlo ha narrato la storia di un re che aveva organizzato una festa chiedendo agli invitati di portare dell’acqua, promettendo loro una sorpresa.
Alcuni invitati si dimostrarono increduli di fronte alla richiesta del re, in quanto procurare l’acqua era considerato compito della servitù, mentre altri contribuirono con grandi recipienti. A festa finita, gli invitati andarono a recuperare i propri contenitori e si accorsero con stupore che erano stati stati riempiti con monete d’oro.
«Che Dio ci riempia con i suoi doni», conclude, invitando i fedeli a dare, a contribuire affinché il Signore li possa ricompensare.
Infine, riferendosi al suo nuovo ruolo di decano di Fondo e guida di così tante parrocchie, afferma: «Questo compito naturalmente mi fa paura, d’altronde la vita non è una passeggiata», e servendosi di una citazione della lettera ai Filippesi di San Paolo, conclude: «Tutto posso con colui che mi dà la forza. Affidiamoci al Signore».
Al termine della cerimonia la festa d’accoglienza è proseguita al Palanaunia, dove il nuovo parroco ha avuto modo di dialogare con molti fedeli, iniziando quel percorso – fatto anche di conoscenza, che è chiamato ad affrontare.