I figli di Remo Albertini hanno donato a Revò il patrimonio librario appartenuto padre
I figli del secondo presidente della Provincia Remo Albertini hanno donato al Comune di Revò il patrimonio librario appartenuto al padre.
I più significativi tra i volumi donati sono stati raccolti nel Fondo Albertini, che hanno ottenuto la specifica catalogazione «Ra» e una collocazione all’interno della biblioteca di Revò. Si tratta di 550 libri che raccontano la formazione e il cammino filosofico di Albertini, che prima ancora di essere un politico era un intellettuale, quando appunto la politica era prima di tutto preparazione, professionalità e competenza. Alla cerimonia di consegna hanno partecipato due delle cinque figlie di Albertini, che hanno sottolineato la volontà della famiglia di «mettere a disposizione della collettività i libri sui quali il papà si è formato, per renderli fruibili a tutti». Molti dei manuali riportano ancora in calce le note dell’ex presidente della Provincia, che aveva «vissuto» quei libri e li consultava di continuo.
Albertini se ne è andato nel 2005, dal 1952 al 1956 aveva presieduto la Provincia autonoma di Trento e poi per due legislature era stato presidente del Consiglio regionale. Albertini, pur essendo originario di Rovereto, aveva voluto puntare sulla Val di Non, quando ancora era un’area disagiata e piena di miseria. Per questo aveva aperto alla Mendola il Centro Culturale della Cattolica, una struttura per formare i segretari comunali e i funzionari pubblici del Trentino, chiamando docenti dalla Germania, dal Cile e dal Brasile, portando un po’ di ricchezza in Val di Non durante anni difficili.
Era stato proprio Albertini a commissionare a Fortunato Depero la realizzazione di quella che oggi si chiama Sala Depero all’interno del palazzo della Provincia, che in passato era adibita a sede per le riunioni del Consiglio provinciale. «Non fu facile - ricordano le figlie - erano altri tempi e i futuristi venivano guardati in malo modo per il legame con il fascismo. Papà comunque difese la sua idea e commissionò l’opera a Depero, realizzando la sala più bella della Provincia, che ancora oggi è la sede dei più importanti incontri istituzionali».
Il sindaco Yvette Maccani ha ringraziato la famiglia per la donazione, sottolineando che ora i libri saranno un patrimonio di tutti gli abitanti del Trentino, che potranno consultare i libri sui quali un grande politico si è formato. Nel fondo si trovano i primi libri di Sturzo, emerge poi il confronto di Albertini con il Sessantotto che avanzava, completano la raccolta trattati di filosofia e di storia del Trentino. Tra i libri donati ci sono opere che, secondo il bibliotecario Fabrizio Chiarotti, oggi sono difficili da reperire, come quella in sei volumi di Winston Churchill sulla Seconda Guerra Mondiale, che gli valse il Premio Nobel per la Letteratura.
L’assessore comunale alla cultura di Revò Alessandro Rigatti ha ringraziato a sua volta la famiglia per l’atto di coraggio e di responsabilità verso la comunità: «Spero che iniziative come questa siano da esempio per altre realtà».