Vervò, approvato il progetto dei lavori al parco archeologico
Quando quasi un secolo fa vicino al dos di San Martino venne alla luce una tomba a cassettone contenente un ricco corredo, tra cui orecchini d’oro ed amuleti, nacque la leggenda che si trattasse della tomba di Giulia, figlia dell’imperatore Augusto, relegata in quel «castrum vervassium» a seguito dei suoi illeciti amori con il poeta Ovidio.
Cosa mai provata; certo è però che il sito fu abitato non solo in epoca romana, ma fin dall’età del bronzo, come testimoniano i numerosi ritrovamenti, cosa peraltro ovvia dato che Vervò si trova lungo quella strada che per secoli ha collegato la Val Rendena, attraverso la valle di Non, alla valle dell’Adige, e dove in epoca romana sorse un «castrum», edificato su quanto rimaneva di un villaggio preistorico.
Leggende a parte, la certezza è che il sito archeologico del dosso di San Martino riveste grande importanza: ed è merito dell’ex sindaco del paese (oggi confluito nel comune di Predaia), Claudio Chini, se nel decennio scorso sono stati eseguiti numerosi scavi da parte del Servizio archeologico della Provincia, opera inserita nel Patto territoriale della Predaia.
Interventi effettuati dal 2011 al 2013, e poi nel 2016; e che ora vengono proseguiti grazie ad un ulteriore progetto, firmato dall’architetto Edy Pozzatti, per eseguire «lavori di allestimento del parco archeologico di San Martino», che troverà spazio all’interno dell’itinerario di visite collegato a Museo retico di Sanzeno, ai percorsi naturalistici ripristinati nel territorio della Predaia e a Castel Thun.
Nell’aprile dello scorso anno un progetto esecutivo era stato approvato dalla Soprintendenza ai beni culturali, per una spesa di 61 mila euro, con l’obiettivo di completare il restauro delle strutture murarie riportate alla luce; progetto che si inserisce in uno più ampio e che coinvolge anche l’amministrazione comunale di Predaia, che intende giungere alla completa valorizzazione del sito. Obiettivo che sarà raggiunto «creando una struttura totalmente identificabile, non impattante e che si appoggia sul sito con tratti informativi strutturati su aree specifiche; il percorso sarà completato con cartellonistica specifica, con informazioni scientifiche coordinate con gli archeologi», favorirà l’accesso anche ai visitatori disabili, e sarà adeguatamente illuminato.
Alla delibera con cui la giunta comunale guidata da Paolo Forno approva in via definitiva il progetto firmato dall’architetto Pozzatti se ne aggiunge una seconda, con cui alla geologa Annalisa Cuoghi viene affidato l’incarico di redarre una perizia geologica e geotecnica relativa all’intervento in parola.