Il paese di Dimaro rivive ma non dimentica Messa in "zona rossa" e cena per raccogliere fondi
Emozionante e triste, con il cuore rivolto a chi non c’è più, a Michela Ramponi, all’unica persona che l’alluvione del rio Rotian si è portata via, togliendola ai suoi cari, alla sua famiglia e a una comunità, quella di Dimaro, fortemente messa alla prova dagli eventi catastrofici di fine ottobre, ma che pian piano sta ritornando alla vita.
A un mese esatto dalla sera del 29 ottobre scorso, quando oltre 150 mila metri cubi di fango e sassi si sono riversati su buona parte del paese, la gente di Dimaro si è ritrovata sulla zona del disastro, l’area che ormai è diventata nota come «zona rossa», per ricordare la mamma che ha perso la vita nel fango e per vivere insieme un momento di condivisione e preghiera. Un momento per non dimenticare quanto è successo e per trarre nuova forza in un luogo che, nonostante l’incessante lavoro di pulizia e sistemazione svolto in queste settimane, porta ancora i segni delle ferite lasciate dal passaggio del rio Rotian.
La comunità si è unita ai piedi di una croce che, ricavata dai tronchi ed eretta su massi recuperati nella zona del conoide del rio Rotian, vuole essere il simbolo di rinascita di una comunità che riscopre se stessa. Nella zona nel campeggio, in un ambiente intriso di tante emozioni forti e contrastanti, il parroco don Stefano Maffei ha celebrato la messa davanti a una folla che ha affidato la propria comunità alla protezione di Dio.
Il rito religioso ha preceduto la serata di beneficenza che si è tenuta nella «casa degli sfollati», come il sindaco Andrea Lazzaroni ha definito l’Hotel Mora, che per tanti giorni ha accolto le circa duecento persone evacuate durante i giorni dell’emergenza. Un galà di solidarietà, quello che si è tenuto giovedì sera, promosso su iniziativa di Massimo Paternoster, chef originario della Val di Sole e componente della Federazione italiana cuochi - Dipartimento solidarietà emergenze, in collaborazione con l’Associazione provinciale Cuochi di Trento e l’Associazione provinciale Cuochi di Merano e Bolzano e le realtà della valle, per raccogliere fondi da destinare alla ricostruzione del paese di Dimaro.
Una cena, alla quale hanno partecipato quasi trecento persone della valle, tutte animate dal desiderio di aiutare la popolazione di Dimaro (la quota di partecipazione era fissata in 50 euro a testa). Hanno raccolto l’invito anche diversi rappresentanti del nuovo governo provinciale tra cui il presidente Maurizio Fugatti, gli assessori Mirko Bisesti, Achille Spinelli e Giulia Zanotelli e diversi consiglieri provinciali tra cui l’ex presidente Ugo Rossi che con Fugatti ha condiviso diverse fasi della gestione dell’emergenza maltempo.
«Ringrazio Rossi, il sindaco, tutti gli amministratori e soprattutto le tante persone che a vario titolo hanno dimostrato quanto sia importante e decisivo muoversi con unità di intenti - ha commentato il presidente Fugatti, durante la serata - specialmente di fronte a un evento tragico che è stato affrontato con tanto coraggio. Che questa serata possa essere un segno di speranza, per poter guardare con fiducia al futuro sapendo che le istituzioni sono vicine».
«Dimaro è ferita - ha aggiunto poi il sindaco Lazzaroni, che ha ringraziato anche la famiglia Mora, titolare dell’Hotel San Camillo - e se stasera siamo qui è anche per dire che una comunità non dimentica i suoi lutti ma li elabora stando assieme per superare le tante difficoltà di ogni giorno. Abbiamo bisogno della vicinanza di tutti, sempre».
Per chi volesse continuare ad aiutare la popolazione, lo può fare tramite bonifico bancario sul conto corrente iban IT96R0816335000000210800021 intestato a Cassa Rurale Val di Sole con causale «Emergenza Comune di Dimaro Folgarida».